La società civile organizzata è e deve rimanere custode della democrazia partecipativa europea, perché è forza trainante per affrontare le sfide sia attuali che future: questo dice una nota del Comitato economico e sociale europeo (Cese) che guarda alle elezioni europee del 2024. “In questo particolare periodo della nostra storia il contributo delle organizzazioni di base è più cruciale che mai”, si legge, poiché “operando sul campo, sanno bene quel che funziona e quel che non funziona e sono in grado di cogliere l’impatto e le conseguenze della duplice transizione verde e digitale sull’economia e sulla società dell’Ue”. Se l’Ue in questi anni ha mostrato di saper reagire nelle crisi, la sfida della transizione verde e digitale e l’economia, richiedono alle società europee notevoli sforzi di adeguamento in primis, evidenzia il Cese, rispetto al profilo occupazionale delle nostre società. Per questo il Cese chiede, insieme ai suoi partner nazionali “di adottare misure di mitigazione” perché le transizioni siano effettivamente eque e il principio “nessuno deve restare lasciato indietro” non si trasformi in “una vana promessa”. Il Cese raccomanda inoltre “di prendere provvedimenti per avvicinare i cittadini europei al livello politico, ad esempio attraverso nuove forme di partecipazione democratica” che sfruttino i consigli economici e sociali nazionali, o i panel dei cittadini, come aveva proposto la Conferenza sul futuro dell’Europa.