“Oggi è decisivo sia per la Chiesa – coinvolta nel Cammino sinodale – sia per la comunità civile (la società) – impegnata nella lotta contro i tanti femminicidi – riscoprire il valore della donna e della dimensione femminile come elemento in grado di disegnare in modo più articolato e vero le istituzioni, i ruoli, le relazioni ecclesiali e sociali”. Lo ha detto il patriarca di Venezia Francesco Moraglia, nell’omelia della messa solenne presso la basilica della Madonna della Salute, presieduta con la concelebrazione dei presbiteri veneziani e con la partecipazione delle principali autorità civili e militari.
“Oggi, più che mai – ha proseguito Moraglia -, anche alla luce del tragico epilogo della vicenda di Giulia, giovane donna di 22 anni”, si impone “a livello sociale e, soprattutto, educativo – una riflessione sul valore del rispetto tra uomo e donna nonché sulla realtà del vero amore che sempre riconosce l’altrui libertà”.
“Anche la Chiesa – la sottolineatura del patriarca -, sul piano teologico e spirituale, partecipa della dialettica uomo-donna, maschile-femminile, anche se a volte si rischia di ridurla all’elemento ‘maschile’ (peraltro imprescindibile), il ministero ordinato. In tal caso, in quanto ministero, è parte di un tutto, mentre la Chiesa, nella sua totalità, è mistero e ciò risulta ben significato da Maria che sta di fronte a Cristo”. Maria “è il volto materno e sponsale della Chiesa, Maria è il mistero della Chiesa e non il ministero (solo parte del tutto). Si tratta, quindi, di valorizzare l’aspetto femminile della Chiesa, il suo essere donna, sposa e madre che genera e che accompagna nella crescita; sì, il suo essere Sposa – ha concluso il patriarca – che sta di fronte allo Sposo (Cristo)”.