Venerdì scorso, alla Pontificia Università Cattolica del Cile, si è tenuta la presentazione del testo che segna la conclusione dello studio sugli abusi sessuali in contesti ecclesiastici in Cile, elaborato dal Centro di Diritto e Religione dell’ateneo, commissionato dal Consiglio nazionale sugli abusi nell’Episcopato. All’evento hanno partecipato diverse autorità ecclesiastiche e civili, tra cui il gran cancelliere, il card. Celestino Aós, il sottosegretario del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, Linda Ghisoni; il nunzio apostolico in Cile, mons. Alberto Ortega. Erano presenti anche vescovi dei Paesi latinoamericani che partecipavano all’incontro delle Commissioni episcopali sugli abusi nelle Conferenze episcopali del continente.
Durante la presentazione, i vari relatori hanno sottolineato la necessità di affrontare il problema, nella consapevolezza che si tratta di una risposta tardiva e insufficiente, e hanno esordito salutando soprattutto le vittime e i sopravvissuti. La ricerca che viene ad approfondire la sintesi presentata nel 2022, stabilisce che dal 1960 al 2023 ci sono state 568 vittime/sopravvissuti di abusi sessuali in contesti ecclesiali, commessi da 225 aggressori nel Paese, sia da parte di sacerdoti diocesani che religiosi. Lo studio ha comportato un lavoro multidisciplinare in cui vengono presentati aspetti quantitativi e qualitativi – che danno un’idea dell’entità e delle caratteristiche degli abusi a livello nazionale – sulla base di dati ottenuti da sentenze statali e archivi canonici, forniti da tutte le diocesi del Paese e da 17 comunità religiose, su eventi che coprono un periodo compreso tra il 1960 e il 2023.
Insieme ai dati sulle informazioni legali di 568 vittime/sopravvissuti e 225 aggressori i, sono state condotte interviste con 22 sopravvissuti, che avevano subito abusi sessuali in ambito ecclesiale, sia minori che adulti. Sono state inoltre aggiunte le testimonianze di 12 professionisti, per lo più psicoterapeuti, che hanno accompagnato le vittime di abusi.