Con opere che vanno da Cimabue a Margaritone d’Arezzo, il prossimo 3 novembre apre i battenti a Roma la mostra “Nel nome di san Francesco”, rassegna ragionata di materiali e di testimonianze, sondati con rigore entro una ricca documentazione patrimoniale per lo più appartenente ai frati Minori della Provincia di S. Bonaventura (fino al 29 febbraio 2024). In mostra tavole e tele raffiguranti S. Francesco, oggetti preziosi, codici, incisioni, stampe, reliquiari, testimonianze vive e concrete della storia del movimento francescano nel territorio compreso tra Lazio e Abruzzo. A promuoverla, nell’ottavo centenario del Natale di Greccio e della Regula di Francesco d’Assisi, il Centro Culturale Aracoeli e la Provincia di S. Bonaventura nell’ambito del Progetto san Francesco.
Non a caso la mostra, allestita nel complesso romano di S. Francesco a Ripa ove soggiornò il Santo d’Assisi, è stata idealmente pensata con un riferimento coinvolgente altri luoghi della città di Roma: la centralissima basilica di S. Maria in Aracoeli in Campidoglio, il silenzioso ma vitale convento di S. Bonaventura al Palatino. I diversi materiali in esposizione – dal XIII secolo ad oggi – “mirano ad un itinerario emozionale: alternante momenti di sosta e di meditazione a momenti di movimento e di conquista interiore”, si legge nella presentazione che ricorda come il più ampio Progetto san Francesco intenda “moltiplicare occasioni culturali lungo un lasso di tempo più largo che è segnato dai vari centenari francescani: 2023, il Natale di Greccio e la regola francescana scritta a Fontecolombo; 2024, l’anniversario delle stimmate ricevute da Francesco a la Verna; 2025 (anno santo), la composizione del Cantico delle creature; 2026, la morte di Francesco”.
La mostra rappresenta il presupposto per la costituzione e riapertura al pubblico in veste rinnovata di una biblioteca-museo a San Francesco a Ripa, che, oltre alle straordinarie opere d’arte ospita un totale di circa 30mila volumi antichi e preziosi e il completo restauro degli affreschi di Emanuele da Como, pressoché sconosciuti.