“Ci siamo adattati ai tempi per fare qualcosa di più rispetto agli anni passati. Le famiglie ci chiedono di preoccuparci delle persone a lungo termine”. Così Rossano Bartoli, presidente della Lega del Filo d’Oro Ets, ha ricordato, durante la giornata di condivisione promossa dal Movimento apostolico dei ciechi (Mac) a Roma, la storia della Fondazione e la sua evoluzione negli anni. Nel tempo “sono nate – ha detto – prima le sedi territoriali e poi le strutture residenziali (Lesmo, Molfetta, Termini Imerese, Modena e presto Roma). Per dare ad alcune persone che hanno tanto bisogno, partendo proprio dal bisogno. Le sedi sono organizzate in appartamenti con tutto ciò che può servire per le disabilità. Dall’inizio dal centro diagnostico ad Osimo dove la famiglia è sempre presente. Questo esce dagli standard delle strutture convenzionate. L’esperienza mostra che si possono fare cose diverse ma servono tante risorse e volontà e serve che accanto al desiderio di aiutare e alla professionalità degli operatori ci sia la capacità di trovare nuove risorse. Non è vero che per il sociale ci sono i milioni a disposizione, spesso gli enti locali hanno il terrore quando apre un nuovo centro perché oltre all’aiuto iniziale servono i fondi per continuare l’attività”. “I ricavi dall’amministrazione pubblica – ha sottolineato – sono di 15 milioni di euro, i ricavi da raccolta fondi sono di 50 milioni. Viviamo in un contesto in cui sempre più organizzazioni chiedono e chiederanno”.