Infanzia e adolescenza: Open Doors/Porte aperte, “discriminazione bambini cristiani è modello diffuso”

Discriminazione, molestie in ambito scolastico, violenza verbale e psicologica, accesso negato a materiali, a insegnamenti e riti religiosi cristiani e negazione del contatto con i genitori cristiani: sono i punti di pressione principali subiti dai bambini cristiani secondo il Report sulla discriminazione di Open Doors/Porte Aperte rilanciato in occasione della Giornata internazionale dell’infanzia e dell’adolescenza che si celebra il 20 novembre. Gli effetti della persecuzione religiosa specifica, secondo il Report 2023 (che copre il periodo che va dal 1° ottobre 2021 al 31 settembre 2022), possono estendersi alle famiglie dei bambini e dei ragazzi, alla loro esperienza di fede e alle loro vite future. In tutti i 50 Paesi della World Watch List di Open Doors/Porte Aperte, i bambini e i ragazzi cristiani subiscono discriminazioni, molestie e/o violenze in ambito scolastico. Si tratta dunque di un modello diffuso che “consiste nel prendere di mira i giovani cristiani con discriminazioni e molestie a scuola, violenza psicologica, violenza verbale e negazione del contatto con i genitori cristiani. Nel tentativo di dissuaderli dalla loro fede, anche l’accesso a Bibbie, gruppi giovanili e altre fonti di insegnamento e materiali cristiani può conoscere delle limitazioni. Ognuno di questi punti di pressione, per Open Doors/Porte aperte può limitare o reindirizzare i ‘percorsi’ dei bambini e dei ragazzi cristiani, quindi il loro futuro a lungo termine”. “La discriminazione/molestia in ambito scolastico si è confermata come principale punto di pressione nei confronti di bambini e ragazzi cristiani. La scuola – spiega il Report – si rivela inoltre un luogo chiave per altri punti di pressione, come la violenza verbale, fisica e psicologica. Ad esempio, in Bangladesh i figli di chi si converte al cristianesimo possono riscontrare difficoltà persino nell’essere ammessi alla scuola del villaggio. Le famiglie non hanno molta scelta, se non quelle di negarne l’istruzione o lasciare del tutto il villaggio o mandare via i propri figli per farli studiare in altri paesi o regioni”. A riguardo Porte Aperte/Open Doors ha avviato il progetto di una scuola “ponte”, che si propone di creare un “ponte” tra la comunità cristiana e il quartiere circostante. Inizialmente pensata soprattutto per attività legate alla chiesa, essa è diventata anche un luogo in cui i bambini cristiani possono ricevere un’adeguata istruzione, liberi dalla persecuzione. Queste scuole “ponte” offrono un’istruzione non religiosa aperta a tutti i bambini, indipendentemente dalla loro fede. Il Report ribadisce che “un episodio di persecuzione tende ad avere effetti che durano nel tempo, più di quanto possa apparire a prima vista. Quando le vite di cristiani vengono minacciate, tutta la comunità religiosa può esserne colpita; questo può plasmare la loro stessa percezione della comunità cristiana in cui vivono, e la loro fede. Oltre a bloccare lo sviluppo cognitivo traumatizzando ed escludendo i bambini, una volta adulti avranno meno accesso al lavoro, impoverendo la comunità intera e relegando i cristiani a cittadini di serie B”.

 

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