“Oggi viviamo in un tempo di de-medializzazione. Nella comunicazione digitale le informazioni vengono prodotte e scambiate senza l’ausilio di intermediari. Questo rende tutto più facile e, per noi, più difficile”. Fabio Bolzetta, presidente di Weca (Associazione webmaster cattolici italiani), è intervenuto nel pomeriggio al primo incontro nazionale dei referenti territoriali del Servizio nazionale Cei per la tutela dei minori. “II touchscreen dello smartphone si potrebbe chiamare schermo trasparente: è privo di sguardo. Oggi le immagini non sono soltanto riproduzioni – ha osservato Bolzetta -, ma sono dei modelli. E anche l’atto di consumo e di acquisto diventa un atto sociale con i selfie”. Il presidente di Weca ha invitato a chiedersi: “Un adolescente, come vede il mondo dalla finestra dello schermo di uno smartphone? La consegna di uno smartphone a un giovane, infatti, è l’accesso ad un mondo: soltanto l’ultima funzione è quella del telefono”. Dopo aver ricordato come in Italia il 78,3% dei bambini tra gli 11 e i 13 anni navighi quotidianamente sul web, Bolzetta ha evidenziato “il paradosso che emerge se si confronta questo dato con quello relativo alle competenze digitali degli adolescenti tra i 16 e i 19 anni”: “L’Italia si posiziona quart’ultima in Europa, con una percentuale di giovani che ha zero competenze tech del 42%”. Tuttavia, ha concluso, con le “nuove forma di socialità digitale emergono subculture della Rete”: “Occorre conoscere, condividere, dialogare e formare gli adolescenti ai media digitali perché, pur plasmando il loro tempo, non vengono educati ai media”.