“Non c’è un periodo che non abbia avuto i suoi martiri, fino ai nostri giorni. E non dimentichiamo che anche il nostro tempo ha tanti martiri!”. Lo ha esclamato il Papa, ricevendo in udienza i partecipanti al Convegno di studio “Dimensione comunitaria della Santità”, promosso dal Dicastero delle Cause dei Santi, in corso a Roma, presso l’Istituto Patristico Augustinianum, dal 13 al 16 novembre. “Spesso si tratta di intere comunità che hanno vissuto eroicamente il Vangelo o che hanno offerto a Dio la vita di tutti i loro membri”, ha fatto notare Francesco: “E il discorso si amplia ulteriormente se consideriamo la dimensione ecumenica del loro martirio, ricordando gli appartenenti a tutte le confessioni cristiane. Pensiamo ad esempio al gruppo dei ventuno martiri copti recentemente introdotti nel Martirologio romano”. “E’ cresciuto in anni recenti il numero delle beatificazioni e canonizzazioni di uomini e donne appartenenti a diversi stati di vita: sposi, celibi, sacerdoti, consacrate, consacrati e laici di ogni età, provenienza e cultura”, ha osservato il Papa, sottolineando che la santità “è un evento non solo personale, ma anche comunitario”. Tra gli esempi di santità familiare, Francesco ha citato i santi Luigi e Zelia Martin, genitori di santa Teresina; i beati Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi; i venerabili Tancredi e Giulia di Barolo; ai venerabili Sergio e Domenica Bernardini e la recente beatificazione degli sposi Jozef e Wiktoria Ulma e dei loro sette figli.