“Spero che questa sentenza darà al governo l’opportunità di riflettere e di ripensare il proprio approccio”. Con queste parole l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, guida teologica della Chiesa di Inghilterra, ha commentato la decisione dell’ultimo tribunale di appello della legislazione britannica di dire no al piano del governo di Rishi Sunak di deportazione di rifugiati e richiedenti asilo verso il Rwanda. Welby ha unito la sua voce a quella di molte charities che hanno lanciato un appello per un approccio più umano al problema della migrazione che rispetti la dignità degli individui coinvolti.
“Spero che il governo accetterà questa decisione”, ha detto Sarah Teather, direttrice del Jesuit Refugee Service UK, la charity dei Gesuiti britannici per l’accoglienza dei rifugiati, che ha chiesto al governo britannico di abbandonare immediatamente una politica migratoria “crudele e inefficiente”. “Deportare richiedenti asilo in Rwanda porta solamente alla violazione dei loro diritti umani fondamentali, distrugge la reputazione del Regno Unito sul piano internazionale ed esacerba paura e incertezza tra chi cerca rifugio nel nostro Paese”.
Anche Alessandra Sciarra, portavoce della Società di San Vincenzo de’ Paoli, ha sottolineato che “la decisione della Corte Suprema è un passo nella direzione giusta. Continuiamo a chiedere un sistema che protegga e tratti con umanità chi cerca asilo. Oggi è una vittoria per la gentilezza e la giustizia”.