“Sono molto sollevato che il piano del governo britannico di mandare chi cerca asilo in Rwanda sia stato dichiarato illegale dalla Corte suprema. Si tratta, infatti, di una politica che ignorava l’innata dignità umana di chi, in fuga da persecuzioni, cercava rifugio nel nostro Paese”: con queste parole il vescovo Paul McAleenan, portavoce in materia di migrazione per la Conferenza episcopale cattolica di Inghilterra e Galles, ha commentato la decisione dell’ultimo tribunale di appello della legislazione britannica di dire no al piano di deportazione del governo di Rishi Sunak. Secondo la Corte esiste un vero rischio per chi, deportato in Rwanda, venga poi rimpatriato nel suo Paese di origine dove potrebbe subire torture e persecuzioni. La sentenza è l’ultima tappa di una lunga battaglia legale condotta dalle charities che aiutano i migranti. “Continueremo a chiedere programmi di migrazione che mettano la persona umana al loro centro”, ha detto ancora il vescovo McAleenan. “È importante riconoscere il lavoro meraviglioso fatto dalle charities cattoliche e dalle associazioni della società civile per aiutare migranti e rifugiati che arrivano nel Regno Unito. Continueremo a pregare per chi si sposta” dal proprio Paese “e anche per il governo britannico perché rispetti questa sentenza e risponda ai bisogni di migranti e richiedenti asilo rispettando la loro dignità umana”.