Striscia di Gaza: Suor Saleh, “solo la fede ci permette di andare avanti”

“In mezzo a tante macerie materiali e umane andiamo avanti con fede, è l’unica cosa che ci permette di sopravvivere. I soldati israeliani sono sempre più vicini e non sappiamo cosa potrà accadere”. Lo ha detto al Sir suor Nabila Saleh. Dalla parrocchia latina della Sacra Famiglia, l’unica cattolica della Striscia, che dall’inizio della guerra accoglie oltre 700 sfollati, la religiosa delle Suore del Rosario di Gerusalemme, racconta delle telefonate quotidiane di Papa Francesco: “ho avuto la possibilità di parlare con lui ma le comunicazioni non funzionano ed è stato difficile finire la conversazione. È sempre più difficile, infatti, stabilire dei contatti con l’esterno perché la rete internet spesso è bloccata e anche quella delle telecomunicazioni. L’energia elettrica va e viene e quella solare non è sufficiente. Papa Francesco ogni volta ci assicura la sua preghiera e vicinanza. Ci ribadisce tutto il suo impegno per una soluzione negoziata della guerra. Da parte nostra non possiamo fare altro che invocare la pace, chiedere la sua benedizione e pregare che qualcuno, dei cosiddetti potenti della terra, lo ascolti”. “Domenica – rivela suor Nabila – una anziana donna cristiana è uscita dalla parrocchia per andare alla sua abitazione a prendere delle cose ed è morta sotto un carro armato. Non sappiamo cosa sia accaduto e il suo corpo è ancora in strada. Non possiamo recuperare i suoi resti perché è troppo pericoloso. Qui a Gaza – conclude – ogni giorno muoiono persone innocenti: che giustizia è questa? Nessuno guarda la sofferenza di questo povero popolo palestinese che non ha voluto e non vuole questa guerra. Vogliamo vivere in pace e non essere condannati a soffrire”.

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