“Viviamo in un tempo in cui per molti, anche giovani, la speranza sembra essere la grande assente”. A denunciarlo è il Papa, nel messaggio per la prossima Giornata mondiale della Gioventù, che sarà celebrata nelle Chiese particolari il prossimo 26 novembre, sul tema “Lieti nella speranza” (Rm 12,12). “La giovinezza è un tempo pieno di speranze e di sogni, alimentati dalle belle realtà che arricchiscono la nostra vita”, scrive Francesco: “lo splendore del creato, le relazioni con i nostri cari e con gli amici, le esperienze artistiche e culturali, le conoscenze scientifiche e tecniche, le iniziative che promuovono la pace, la giustizia e la fraternità, e così via”. “Purtroppo tanti vostri coetanei, che vivono esperienze di guerra, violenza, bullismo e varie forme di disagio, sono afflitti dalla disperazione, dalla paura e dalla depressione”, l’analisi del Papa: “Si sentono come rinchiusi in una prigione buia, incapaci di vedere i raggi del sole. Lo dimostra drammaticamente l’alto tasso di suicidi tra i giovani in diversi Paesi”. Tra gli esempi utili per vincere la depressione e sperimentare la gioia, il Papa cita il protagonista del film «La vita è bella», “un giovane padre che, con delicatezza e fantasia, riesce a trasformare la dura realtà in una specie di avventura e di gioco, e così regala al figlio “occhi di speranza”, proteggendolo dagli orrori del campo di concentramento, salvaguardando la sua innocenza e impedendo che la malvagità umana gli rubi il futuro”. “Ma non sono solo storie inventate!”, puntualizza Francesco: “È quello che vediamo nella vita di tanti santi, i quali sono stati testimoni di speranza pur in mezzo alle più crudeli cattiverie umane. Pensiamo a San Massimiliano Maria Kolbe, a Santa Giuseppina Bakhita, o ai Beati coniugi Józef e Wiktoria Ulma con i loro sette figli”.