“È con profonda tristezza che mandiamo le nostre condoglianze a Dean e Claire, genitori di Indi Gregory, morta nelle prime ore di oggi. Assicuriamo loro che, insieme a Papa Francesco e a tutti i fedeli cattolici, stiamo pregando per loro”. Comincia così il messaggio appena diffuso dal vescovo cattolico inglese responsabile per il settore vita John Sherrington e dal vescovo di Nottingham Patrick McKinney, responsabile della diocesi dove si trovava la piccola di otto mesi, affetta da una malattia rara del Dna mitocondriale, alla quale medici e giudici britannici hanno sospeso, sabato scorso, i supporti vitali. “Siamo convinti che, come figlia battezzata di Dio, Indi stia condividendo, adesso, la gioia del Paradiso dopo aver portato tanta felicità ai suoi genitori che l’hanno amata e protetta come un dono prezioso di Dio”, scrivono ancora i vescovi cattolici inglesi. “Ringraziamo tutti coloro che hanno lavorato così duramente all’ospedale Queen’s Medical di Nottingham e all’hospice dove la bambina è morta, per garantire a Indi tutte le cure delle quali aveva bisogno. La battaglia legale tra l’ospedale e i genitori di Indi dimostra che va data più importanza alla voce della famiglia in questi casi così complessi. Un modo semplice di farlo sarebbe emendare la legislazione britannica sulla sanità del 2022, reintroducendo l’emendamento sulle cure palliative della baronessa Ilora Finlay, formulato dopo la morte di Charlie Gard”.