Il Papa, nel messaggio per la settima Giornata mondiale dei poveri, che si celebra domenica 19 novembre, “offre una lettura della realtà che nasce dal riconoscere nel più fragile ‘il volto del Signore Gesù’, al di là del colore della pelle, della condizione sociale e della provenienza. Lo sguardo del povero ci indica la via per arrivare al Maestro, come una bussola per orientare la scelta credente”. Lo sottolinea l’arcivescovo di Napoli, mons. Mimmo Battaglia, in un messaggio per la Giornata mondiale dei poveri.
“Non distogliere lo sguardo dal povero”, per mons. Battaglia, “è più di una provocazione poetica, più di un impegno ‘politico’, più di una strategia solidaristica, è una proclamazione di fede, è coraggio di speranza autentica, è forza di carità sofferta e offerta. Nello sguardo di Dio sul povero, per il povero, c’è la sua fedeltà, promessa di liberazione, banchetto preparato per coloro che piangono, per coloro che si sono impoveriti a causa del peccato, delle scelte di chi ha reso il povero carne da macello”.
“Nello sguardo di Dio – prosegue l’arcivescovo – c’è lo sguardo del povero, egli continua a guardare ogni cosa del mondo con lo sguardo degli esclusi, degli abbandonati, dei fatti fuori dalla cupidigia dei ricchi. Ed è per questo che ama i poveri, che li abbraccia di misericordia, che si lascia rintracciare da coloro che sanno rintracciare la fatica degli oppressi. Dio ama i poveri, ma non ama la povertà intesa come privazione e miseria, come avevano testimoniato gli antichi profeti d’Israele”.
Ancora, “non distogliere lo sguardo dal povero è un segnale potente che può passare e conservare significati inaspettati, inauditi, sorprendenti. Lo è nel gioco dell’umano incontro, nel dolore di uno scontro, nell’ascolto appassionato di parole scambiate, nel complice dirsi senza dire. Al contrario si abbassano gli occhi per pudore, per colpa o per vergogna”.