Dopo tre anni di stop dovuti al coronavirus, migliaia di persone hanno nuovamente partecipato alla raccolta Caritas di Bolzano di indumenti usati sul territorio: alcune donando abiti, scarpe, borse e tessili per la casa, altre aiutando come volontari a raccogliere e caricare gli iconici sacchi gialli. “Anche se non si vede subito a prima vista, nel nostro territorio ci sono molte più persone in difficoltà di quanto si possa pensare. Con questa raccolta, possiamo aiutarle”, afferma Beatrix Mairhofer, ringraziando chi ha partecipato all’iniziativa.
Oggi, sono state preparate per il trasporto circa 460 tonnellate di tessuti, scarpe e borse raccolte dalle parrocchie altoatesine: “Una tale quantità di vestiti e indumenti va oltre le reali necessità dell’Alto Adige. Ma con il ricavato della loro vendita, possiamo fornire un supporto alle persone che si trovano in difficoltà, aiutarle a superare situazioni di crisi e a rimettersi in piedi”, ha sottolineato Mairhofer.
Tutto il materiale raccolto è già in viaggio verso gli impianti di smistamento dell’azienda partner FWS Boer-Group di Brema, che collabora da anni con grandi organizzazioni umanitarie in tutta Europa e garantisce il rispetto di linee guida ecologiche e sociali per il riciclaggio degli indumenti usati, anche grazie a un contratto etico stipulato con Caritas. La maggior parte degli indumenti troverà nuovi acquirenti in Africa o in Asia, mentre circa il 20% resterà in Europa. Anche quei tessuti che non possono più essere indossati trovano nuova vita grazie alla trasformazione in panni per la pulizia e in lana isolante. Il resto viene smaltito in modo ecologico. “Solo in Alto Adige questo riciclo consente di risparmiare circa 2.500 tonnellate di rifiuti all’anno e quindi anche il costo che richiederebbe il loro smaltimento, conservando parallelamente preziose risorse naturali”, spiegano Guido Osthoff e Brigitte Hofmann, che coordinano la raccolta di abiti usati della Caritas.