(da Bruxelles) “Con forza incoraggiamo i rappresentanti politici della nostra Unione a svolgere un ruolo attivo nel plasmare e offrire al continente e al mondo una visione rinnovata di stabilità, giustizia e pace. Senza cedere a una logica di guerra, l’Unione Europea dovrebbe aprire nuovi processi di dialogo e sviluppare una coerente diplomazia di pace”. E’ quanto chiedono in una Dichiarazione diffusa oggi i vescovi dell’Unione Europea, riuniti a Bruxelles per l’Assemblea plenaria autunnale della Comece. “Al fine di diventare un vero ponte e un costruttore di pace nel suo vicinato e nel mondo, l’UE dovrebbe anche dare prova di leadership nella ricostruzione di un’architettura globale di pace”. “L’attuazione coerente degli accordi globali sul controllo degli armamenti, sulla non proliferazione e sul disarmo dovrebbe avere la stessa priorità al fine di promuovere la fiducia reciproca come pilastro della stabilità internazionale”, scrivono i vescovi. “Costruire una pace duratura richiede sia architetti che artigiani, e quindi tutti siamo chiamati a contribuire a questo compito comune, promuovendo una cultura dell’incontro, della solidarietà e della pace”. La dichiarazione è stata elaborata alla luce di quanto emerso da un serrato scambio che i vescovi hanno avuto in questi tre giorni di lavoro con rappresentanti di alto livello dell’UE e della Chiesa. Sono intervenuti in conferenza online anche il card. Pierbattista Pizzaballa OFM, Patriarca Latino di Gerusalemme, e in presenza Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, che hanno offerto spunti importanti riguardo all’attuale ondata di violenza in Terra Santa e alla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina. Il cardinale Pizzaballa – secondo quanto fa sapere la Comece – “ha esortato a non cadere in una battaglia di narrazioni, che raffigurano una visione semplicistica di un conflitto complesso. Ha inoltre evidenziato il ruolo cruciale della comunità cristiana nella regione come operatori di pace in questa situazione straziante”. Condividendo il dolore del suo popolo ucraino martire, l’Arcivescovo Maggiore Shevchuk ha ricordato che “l’Ucraina è uno Stato giovane ma antico Nazione europea con un’identità europea”. “Il mondo – scrivono i vescovi nella Dichiarazione – sembra regredire in una dinamica pericolosa, che ricorda alcune delle ore più buie dell’umanità destinate a rimanere nei libri di storia”. I vescovi si dicono preoccupati per la possibilità di “un’escalation incontrollabile” con “conseguenze catastrofiche per l’intera umanità”. “In diversi paesi europei – aggiungono – stanno prendendo piede fenomeni pericolosi come l’antisemitismo, la radicalizzazione e la xenofobia, spesso alimentati da una diffusione sistematica della disinformazione e sfociati nell’estremismo violento e nel terrorismo, che condanniamo fermamente in tutte le loro forme ed espressioni”. Da qui l’appello ai leader dell’UE, così come tutti i cittadini europei, all’unità e alla pace. “Le radici, i valori e i trattati dell’Unione europea chiedono a tutti noi di impegnarci nuovamente su questa strada. Sogniamo un’Europa che sfrutti appieno il suo potenziale per risolvere i conflitti e accendere lampade di speranza, agendo come una forza unita, fiduciosa e integratrice, valorizzando i principi democratici e lo stato di diritto, all’interno e all’esterno dei suoi confini. Desideriamo ribadire che la pace è qualcosa di più dell’assenza di guerra e violenza. Costruire la pace richiede anche sforzi coerenti volti a promuovere la dignità umana, giustizia, sviluppo umano integrale e cura del Creato”. La Comece fa infine sapere che l’assemblea ha anche riconfermato per un ulteriore mandato di 4 anni padre Manuel Barrios Prieto come segretario generale della Comece.