(Milano) Secondo il professor Ishiguro, docente dell’Università di Osaka, esperto di robotica umanoide, intervenuto questa mattina all’Università Cattolica di Milano, i robot “possono migliorare la nostra vita, renderla più accessibile ad esempio ad anziani o a portatori di handicap”, “far sì che le nostre società siano più inclusive”; ma, ha avvertito, occorre mettere nel conto “anche una virtualizzazione del mondo reale”, “superando limiti oggettivi e corporei”, come lo spazio e il tempo. Ishiguro ha quindi messo in guardia rispetto alla necessità di “affrontare temi etici e riguardanti la sicurezza, perché le aziende stanno da tempo producendo robot capacità di relazionarsi con la nostra vita”. Si è poi spostato su riflessioni attorno al tema della “differenza tra umano e animale. La differenza – ha affermato – sta nell’uso della tecnologia, creato dall’uomo per migliorare la sua vita. Infine lo scienziato giapponese ha risposto – in modo molto sintetico – a una decina di domanda che gli erano state inviate precedentemente dalle facoltà dell’ateneo milanese. Questioni ad ampio spettro inerenti l’agricoltura, l’arte, la scienza politica, l’economia, la filosofia. Domande forse disattese, anche per ragioni di tempo, a partire dalle quali Ishiguro non ha mancato di stupire il pubblico. “L’etica cambia a seconda del contesto – ha ravvisato –, ma noi non sappiamo se domani o robot arriveranno ad assumere decisioni e atteggiamenti in base a principi etici”. E ancora: “La scienza che studia la robotica potrebbe aiutare i giovani studenti nella capacità di porre domande” sulla scienza stessa e sul suo rapporto con l’esistenza umana. “Potrebbe rafforzare la nostra capacità di entrare in relazione” reciproca, di “comunicare, di sviluppare nuove linguaggi”. Infine una osservazione sul suo Paese, accompagnata da una considerazione generale: “La società giapponese non fa distinzioni tra robot e umani. E in futuro noi non dovremo accettare i robot”, piuttosto “ci abitueremo ai robot, vivremo insieme. Io la penso così”.