Tratta: mons. Baturi, “purtroppo si deve ancora constatare la persistenza di vaste aree di impunità per i trafficanti di esseri umani”

“Purtroppo si deve ancora constatare la persistenza di vaste aree di impunità per i trafficanti di esseri umani. Il numero di condanne per tratta pronunciate in molti Paesi dell’Africa (specialmente sub-Sahariana) e dell’Asia (in particolare la regione orientale) è infatti estremamente ridotto, sebbene proprio da queste zone provengano la maggior parte delle vittime rintracciate nel resto del globo”. Lo ha detto l’arcivescovo di Cagliari e segretario generale Cei, mons. Giuseppe Baturi, intervenendo al convegno “Passo dopo passo , un carisma di bruciante attualità”, organizzato a Cagliari dalle Figlie della Carità per celebrare il 20° anniversario del progetto “Elen Joy” Sardegna in aiuto delle vittime della tratta e grave sfruttamento.
“In questi ultimi 5 anni – ha evidenziato il presule – l’approccio delle Caritas al fenomeno della tratta si è dovuto necessariamente adeguare a uno scenario che è notevolmente mutato. La maggior parte di queste donne è stata inserita nei percorsi di richiesta di protezione internazionale o dello status di rifugiato; di conseguenza non ha usufruito dei percorsi specifici previsti dal sistema nazionale anti tratta, ma ha seguito un percorso di accoglienza e protezione non del tutto tutelanti. Molti servizi non specificamente rivolti alle vittime di tratta, come ad esempio i Centri di ascolto o i dormitori, hanno cercato di individuare queste situazioni, dopo aver ricevuto percorsi o moduli di formazione appositi, anche organizzati internamente alle diocesi, per dotarsi di strumenti idonei a favorire l’emersione delle vittime di tratta per sfruttamento sessuale, finalizzati all’attivazione di orientamento e servizi specifici”. A questo proposito, sono state sperimentate procedure di collaborazione con i servizi preposti all’accoglienza dei richiedenti asilo (Cas-Sprar) sia con attività di formazione e interventi integrati a sostegno degli operatori del sistema, sia con colloqui individuali con le donne al fine di favorire l’emersione delle condizioni di tratta e sfruttamento. In alcuni casi, il fenomeno è stato affrontato in un’ottica di contrasto alla violenza di genere.
Da più parti (rete Caritas – Usmi) si sottolinea la necessità di un confronto sistematico a livello nazionale, attraverso tavoli di lavoro e scambio di prassi, e la creazione (o il consolidamento) di una rete, con diversi obiettivi: mantenere vivo il lavoro di rete; unitamente alla formazione, non va tralasciata la sensibilizzazione; rafforzare l’interlocuzione nei confronti delle istituzioni politiche nazionali e locali.

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