“La comprensione della sinodalità nella Chiesa ortodossa differisce molto dalla definizione data dalla vostra assemblea del Sinodo dei vescovi”. Lo ha detto il metropolita Job Getcha, arcivescovo di Pissidia, ucraino, intervenendo alla quarta Congregazione generale del Sinodo dei vescovi sulla sinodalità, in corso in Vaticano fino al 29 ottobre. “Ciononostante, bisogna ammettere che in alcune circostanze storiche la Chiesa ortodossa ha coinvolto il clero e i laici nell’assumere decisioni sinodali”, ha precisato, ricordando che “per gli ortodossi la sinodalità corrisponde alla pratica stabilita dal primo Concilio di Nicea”, risalente al 325. Nel testo, dove più che di sinodalità si parla di “Koinonia” (comunione), si legge che “un sinodo è una riunione deliberativa di vescovi, e non un’assemblea consultiva di chierici e laici”. “È questa pratica della sinodalità, descritta nei canoni apostolici e nei canoni del primo Concilio ecumenico, che la Chiesa ortodossa ha amministrato nel corso dei secoli fino ai nostri giorni, anche se la frequenza e la costituzione dei sinodi può variare da una chiesa autocefala all’altra”.