La diocesi di Reikiavik è al lavoro su diversi progetti. Lo racconta il vescovo David Tencer nella lettera che ha indirizzato ai fedeli all’apertura del nuovo anno pastorale. Nel 2029 la cattedrale della capitale islandese compirà 100 anni e ha bisogno di un nuovo tetto; a Selfoss è iniziata la costruzione di una nuova chiesa: “naturalmente, chiediamo aiuto all’estero”, scrive il vescovo, “ma dovrebbero essere soprattutto il nostro lavoro e i nostri fondi a sostenere questo lavoro”. Anche ad Akureyri, nella parrocchia di San Pietro, sono previsti lavori per espandere la sala parrocchiale, mentre a Patreksfjörður si sta acquistando una casa che, risistemata, diventerà il centro pastorale della nuova parrocchia di San Patrizio per i fiordi occidentali. Così mons. Tencer invita i fedeli islandesi a non lasciare fallire i propri sogni perché “non si ha la forza di metterli in pratica”. Usa un detto in lingua ceca – “Skutek utek!” – perché l’azione non svanisca, come è capitato a quel figlio che nella parabola promette di andare a lavorare nei campi, ma poi non ci va. Così il vescovo, di origine slovacca, raccomanda di “fare qualcosa per attuare queste buone opere”, di scegliere “uno di questi progetti e decidere di seguirlo e sostenerlo dall’inizio alla fine”, con la preghiera, il contributo economico, l’interessamento ai lavori. “Facciamo del nostro meglio”, incoraggia il vescovo francescano, “affinché, una volta terminato il lavoro, possiamo dire: C’ero anch’io. Il buon lavoro è stato completato”.