“La realtà più bella che scoprono i giovani in missione sono gli occhi aperti sul Risorto che riconoscono in tanti missionari e missionarie. Ma sono anche gli occhi aperti di preti, consacrati e laici che giungono a noi dai Paesi di missione e ci arricchiscono con la loro fede e la loro gioia di vivere”. Il vescovo di Vicenza, mons. Giuliano Brugnotto, durante la veglia missionaria del 7 ottobre in cattedrale, ha sintetizzato con queste parole l’universalità di una Chiesa che si aiuta vicendevolmente a vivere il vangelo, come è quella di Vicenza che invia da sempre missionari nelle terre lontane, ma riceve ed accoglie altri missionari che rendono plurale la Chiesa berica.
Insieme a mons. Brugnotto erano presenti anche il vescovo emerito di Vicenza, mons. Beniamino Pizziol, e mons. Egidio Bisol, vescovo di Afogados da Ingazeira (Brasile), di origine vicentina.
La veglia, intitolata “Cuori ardenti piedi in cammino”, è stata aperta da due testimonianze. La prima è stata proposta da suor Anna Fontana, suora orsolina del Sacro Cuore di Maria, rientrata a febbraio dal Mozambico dopo 20 anni di missione, mentre la seconda è stata quella di don Lorenzo Dall’Olmo, prete della diocesi di Vicenza da due anni in missione a Boa Vista nello Stato di Roraima, nel cuore dell’Amazzonia brasiliana.
Il cuore dei giovani che sperimentano la missione nei Paesi lontani “prova compassione e quella che era una sorta di tristezza viene tramutata in gioia perché quegli incontri con tanta gioventù e con i missionari che stanno in mezzo a loro animati dal Vangelo sono motivo di grande speranza”, ha osservato mons. Brugnotto. “In quei volti che si incontrano viene dispiegata una pagina di vangelo vivente. Ed è il Signore risorto che sta operando tutto questo anche se non ce ne accorgiamo”.
Il vescovo di Vicenza ha raccontato l’esperienza vissuta nella comunità delle suore di Madre Teresa a Roraima, nel viaggio missionario ad aprile scorso: “Anche a me è capitato di celebrare l’Eucarestia a Boa Vista nella comunità delle suore di Madre Teresa e ho avuto questa percezione intensissima: donne impegnate nel distribuire il cibo a centinaia e centinaia di immigrati che ogni giorno nella piccola chiesetta della loro casa celebrano l’Eucaristia. Donne che sostano anche per più di qualche ora in preghiera ogni giorno riconoscendo il volto di Cristo risorto. È la forza della preghiera”. Il presule ha poi espresso un desiderio: “Sarebbe bello che una percentuale – il 5% – di ciò che raccogliamo nelle nostre sagre paesane andasse alle missioni”.
Alla riflessione di mons. Brugnotto hanno fatto seguito i momenti dell’invio, nei quali sono stati chiamati prima i missionari partenti per la prima volta. In tutto i missionari partenti e ripartenti che hanno ricevuto l’invio diocesano sono una quindicina, nei quali si contano tre coppie, anche con figli piccoli.
Sono stati quindi chiamati gli operatori pastorali provenienti da vari Paesi e accolti nella diocesi berica: 37 missionari, provenienti da 16 Paesi nel mondo. Infine, è stato il turno dei rappresentanti degli operatori pastorali vicentini: famiglie, catechesi, giovani, Azione Cattolica, animatori sociali, insegnanti di religione.
A tutti i chiamati è stato consegnato il crocifisso dal vescovo o dai tre vicari episcopali come segno d’invio missionario.