La Congregazione delle Figlie della Carità ha presentato questa mattina i risultati del progetto Elen-Joy, che dal 2003 contrasta la tratta degli esseri umani e lo sfruttamento sessuale e lavorativo, aiutando donne e uomini. Grazie al progetto sono complessivamente 279 le persone che hanno riscoperto il lavoro regolare, gli affetti, un’esistenza finalmente tranquilla, con un numero ridotto di minori stranieri non accompagnati prossimi alla maggiore età. Persone di 28 nazionalità diverse, di cui 191 donne nigeriane provenienti dallo sfruttamento sessuale su strada, 14 provenienti dalla Romania, 11 uomini dal Pakistan vittime di sfruttamento lavorativo. Accolti 52 bambini con le loro mamme, per lo più neonati o nella fascia d’età 0/3 anni. Anche se gli anni di restrizioni dovute alla pandemia di Covid hanno inciso sui numeri ed il ricambio delle persone che si prostituiscono in strada, attualmente le presenze raggiungono una media approssimativa di 15- 18 donne cisgender su Cagliari e 6-10 donne cisgender e donne transgender nel territorio di Sassari, di nazionalità principalmente nigeriana, romena, colombiana, scarsamente rappresentate quella cinese, dominicana. Nella prostituzione in casa, la rappresentazione abbraccia molti Stati del Sud America con Colombia e Brasile su tutti, così come Romania per l’Est Europa, mentre scompare completamente la presenza delle donne provenienti dall’Africa sub-sahariana. Per quanto riguarda invece lo sfruttamento lavorativo in Sardegna, si verifica in settori quali l’agricoltura, con il fenomeno del caporalato, allevamento e pastorizia, il terziario con un’alta concentrazione nell’ambito della ristorazione e turistico. Su un campione di 700 persone l’80% è maschile con in ordine di maggiori presenze, pakistani, senegalesi, nigeriani, gambiani, maliani, tunisini, ghanesi, bengalesi. Il progetto Elen Joy prende il nome della prima donna salvata dallo sfruttamento sessuale, in 20 anni ha potenziato la sua organizzazione, che attualmente conta 20 professionisti tra educatori, pedagogisti, psicologi, mediatori culturali, 10 per l’area contatto e altrettanti per l’accoglienza, presenti a Cagliari città e nell’hinterland, nel Marghine, in Planargia e nella provincia di Oristano, nel Sassarese e nel Nuorese.