“La salute mentale rimane una componente fondamentale per la salute delle persone e per realizzarsi pienamente come persona e poter contribuire alla vita della comunità. La salute percepita risulta infatti fortemente associata alla presenza di sintomi depressivi: fra le persone anziane con sintomi depressivi il 40% riferisce la propria salute vada male o molto male, contro il 5% di chi non li ha”. Lo ricorda, in occasione della Giornata mondiale della salute mentale (10 ottobre), l’Istituto superiore di sanità (Iss), diffondendo i dati per il biennio 2021-2022delle sorveglianze Passi e Passi d’Argento (PdA) che coordina.
Nella popolazione adulta, che mediamente riferisce un miglior stato di salute, “la differenza rimane ugualmente molto significativa: chi ha sintomi depressivi riferisce nel 24% dei casi un cattivo stato di salute, mentre questa percentuale si riduce a circa il 2% fra chi non li ha”.
Determinanti di salute, come il livello di istruzione e la condizione socioeconomica, sono dei fattori di rischio riconosciuti dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e che trovano conferma anche nei dati di Passi e Passi d’Argento. “È essenziale intervenire con misure preventive e interventi tempestivi nei gruppi più vulnerabili al fine di migliorare il benessere mentale della popolazione. Queste azioni non riguardano solo il campo sanitario ma richiedono un approccio integrato che coinvolge le politiche del lavoro, dell’istruzione, del welfare e della giustizia, insieme a tutte le sfere delle politiche sociali in generale”, evidenzia l’Iss.
“Investire in interventi sulla salute mentale è fondamentale per contribuire sviluppo umano, personale e collettivo. La nostra Costituzione difende il diritto alla salute, e la salute mentale non può rimanerne esclusa”, conclude l’Iss.