Dai dati delle sorveglianze Passi e Passi d’Argento (PdA) coordinate dall’Istituto superiore di sanità (Iss) e raccolti nel biennio 2021-2022, “emerge che circa il 6% della popolazione adulta riferisce sintomi depressivi che però sono più frequenti all’aumentare dell’età e tra chi vive in condizioni socio-economiche svantaggiate. Tra gli anziani la stima è del 9% ma arriva al 30% tra quelli con difficoltà economiche”. È quanto emerge da un’analisi dei dati fatta in occasione della Giornata mondiale della salute mentale (10 ottobre). Passi e PdA raccolgono di continuo informazioni sulla popolazione adulta (18-69) e anziana (65+) circa molteplici aspetti come salute, qualità di vita e fattori di rischio comportamentali e attraverso interviste telefoniche indagano molteplici aspetti che riguardano anche i bisogni di cura e assistenza. Entrambe le sorveglianze definiscono le persone con sintomi di depressione coloro che nelle due settimane precedenti l’intervista hanno sperimentato sintomi di umore depresso e/o di anedonia (perdita di interesse nelle attività della vita di tutti i giorni) in modo duraturo. In entrambe le popolazioni, “avere sintomi depressivi è maggiormente frequente tra i gruppi più vulnerabili per condizioni di salute e tra chi riporta uno svantaggio socio-economico”. Tra gli adulti, “i sintomi depressivi arrivano all’8% fra le donne, all’11% tra le persone che hanno un basso livello di istruzione, al 17% tra chi riporta difficoltà economiche e al 9% tra chi vive una condizione precaria in ambito lavorativo. Tra le persone affette da patologia cronica la stima raggiunge il 12%”. Tra gli over 65enni “i sintomi depressivi raggiungono il 14% dopo gli 85 anni e il 19% tra chi riferisce due o più patologie croniche”.
Una discreta quota di persone con sintomi depressivi non chiede aiuto: “Il 28% tra gli adulti e il 38% tra gli anziani, e chi lo fa si rivolge soprattutto ai propri familiari o amici”.
Per l’Iss, “è cruciale abbattere lo stigma che circonda la depressione e altre malattie mentali. La consapevolezza pubblica e l’istruzione sono fondamentali per far sì che le persone capiscano che la depressione è una malattia reale, non una debolezza o una mancanza di volontà. È essenziale creare un ambiente in cui le persone si sentano sicure e confortevoli nel chiedere aiuto, sia esso ai familiari, agli amici o ai professionisti della salute mentale”.