“Accogliamo per accogliere non le vestigia di un passato ormai alle nostre spalle, ma – seguendo un’ispirazione profonda – per accogliere colui sempre che continua a venire, Gesù Cristo, il buon Pastore. A Lui Giuseppe Sarto, San Pio X, ha dedicato tutta la vita e la missione nella Chiesa, da Pastore delle comunità a lui affidate e, infine, pastore della Chiesa universale, al servizio del bene di ogni uomo e donna del suo tempo, così come noi ci sentiamo chiamati nel nostro”. Sono queste le parole di mons. Michele Tomasi, vescovo di Treviso, all’arrivo ieri nella cattedrale a Treviso del corpo di San Pio X, in occasione della peregrinatio corporis a 120 anni di distanza dalla sua elezione a Papa il 4 agosto 1903, che dalla basilica di San Pietro a Roma lo porterà a Riese Pio X, suo paese natale nel 1835. “Un grande trevigiano, che ci lascia la grande responsabilità di imparare la sua dedizione e il suo amore alla Chiesa, lo facciamo accogliendo un Papa Santo, rafforzando in questo modo il nostro legame al successore di Pietro, a Papa Francesco”, ha aggiunto il vescovo di Treviso, impegnato in serata nel momento di preghiera assieme ai membri del Consiglio pastorale diocesano, del Consiglio presbiterale, dei Consigli pastorali parrocchiali, dei Consigli delle collaborazioni della diocesi, ai quali ha chiesto di riflettere sulla preghiera di Salomone a Dio, quando chiede non ricchezza, non potere, non successo nelle guerre, ma un “cuore che ascolta”. “Questa capacità ha accompagnato la vita e l’opera di San Pio X, lui è stato mosso dall’amore costante per i piccoli e per i poveri, che fossero i bambini o le popolazioni indigene dell’America latina. Anche da loro potremo imparare a scegliere e a decidere per il meglio”, ha dichiarato mons. Tomasi, ricordando Papa Francesco ed il suo invito nell’Evangelii gaudium a scoprire Cristo in loro, prestando loro la nostra voce nelle loro cause, essere loro amici, ascoltandoli, comprendendoli e accogliendo la misteriosa sapienza che Dio vuole comunicare attraverso di loro, “Ecco una via privilegiata attraverso la quale giunge a noi la sapienza”.