“Giuseppe Melchiorre Sarto è un figlio che oggi ritorna nella Chiesa al cui fonte battesimale fu generato in Cristo e vi ritorna con l’insegna più bella di cui un cristiano possa fregiarsi che non è l’esser stato Sommo Pontefice ma aver esercitato, in modo eroico, le virtù cristiane; Giuseppe Melchiorre Sarto – san Pio X – ritorna con l’insegna della santità”. Sono queste le parole del patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia, nell’omelia della messa celebrata con mons. Michele Tomasi nella cattedrale di Treviso, in occasione della peregrinatio corporis che dalla basilica di San Pietro a Roma porterà a Riese Pio X, suo paese natale nel 1835, il corpo di San Pio X, a 120 anni di distanza dalla sua elezione a Papa il 4 agosto 1903. “Il corpo è lo ‘spazio’ in cui si rende visibile e s’incontra la persona. Le spoglie mortali di un santo rimandano, quindi, alla concretezza della sua storia, alla sua vicenda personale, alla sua santità. Guardiamo, allora, a Pio X come ad uno di noi e non a un ‘superuomo’; è un battezzato a cui il Signore ha usato una particolare misericordia”, ha proseguito il patriarca di Venezia, che ha ricordato come Giuseppe Melchiorre Sarto avesse individuato il centro unificatore della sua vita nel motto “Instaurare omnia in Christo”, un motto episcopale che è un progetto di vita, per i quasi 56 anni di vita sacerdotale dall’ordinazione (18 settembre 1858) alla morte (20 agosto 1914), fino agli ultimi giorni quando offrì la vita per scongiurare la guerra. “San Pio X fu un Papa ‘riformatore’ e tale rimane, al di là delle differenti connotazioni con cui talora lo si dipinge nei confronti della ‘modernità’. Sì, alla fine, ‘riformatore’ risulta essere il termine più idoneo per comprenderne al meglio la figura”, ha osservato mons. Moraglia che ha ricordato le riforme della Curia Romana, del diritto nella Chiesa, nella liturgia, nella musica sacra e nella formazione dei sacerdoti, l’iniziò del lavoro del Codice di diritto canonico, l’apertura ai laici nella Chiesa, ed il nuovo modello di catechesi. “Egli mai volle essere altro se non un ‘pastore d’anime’ – il parroco del mondo – nel senso più alto e nobile del termine e, in questo, diede il meglio di sé, poiché, la cultura, la filosofia, la teologia, la diplomazia ecclesiastica non erano suoi terreni d’elezione”, ha evidenziato il patriarca di Venezia sottolineando come San Pio X abbia avuto sempre a cuore la cura dei fedeli, tutelando e promuovendo la fede della gente che era affidata alle sue cure. “L’auspicio è che questa peregrinatio, che ha il suo inizio nella Chiesa che è in Treviso e farà tappa anche nella Chiesa che è in Padova, per concludersi nella Chiesa patriarcale che è in Venezia, sia per il nostro popolo un tempo di preghiera, di catechesi e di carità”, ha concluso.