“La maternità surrogata comporta la mercificazione del corpo delle donne a fini riproduttivi e la vendita dei bambini”, specifica nella sua nota odierna la Fafce, dopo che le commissioni del Parlamento europeo hanno inserito tale pratica nell’alveo della tratta di esseri umani. “Anche quando la madre surrogata acconsente alla mercificazione del suo corpo e delle sue funzioni riproduttive, il consenso è parziale e quindi nullo”. Nel 2021, il Parlamento europeo aveva dichiarato che “lo sfruttamento sessuale a fini di maternità surrogata e riproduttivi […] è inaccettabile e costituisce una violazione della dignità umana e dei diritti umani”. “Infatti, secondo l’articolo 2 della Direttiva del 2011, come modificato dall’attuale revisione, la tratta di esseri umani comporta”, specifica la Fafce “il reclutamento […] di persone, compreso lo scambio o il trasferimento del controllo su tali persone, mediante […] l’abuso di potere o di una posizione di vulnerabilità o del dare o ricevere somme di denaro o vantaggi per ottenere il consenso di una persona che ha autorità su un’altra, a scopo di sfruttamento”.
“In pratica, la maternità surrogata generalmente significa lo sfruttamento delle donne più povere allo scopo di fornire un bambino a coppie più ricche. Le madri surrogate si trovano spesso in situazioni di vulnerabilità, affrontano difficoltà economiche e arrivano a vendere il proprio corpo e le proprie funzioni riproduttive per sostenere se stesse e la propria famiglia”. Il comunicato conclude: “la nostra Federazione accoglie quindi con favore l’inclusione della maternità surrogata come situazione di tratta di esseri umani nella sua revisione della Direttiva del 2011”.