Cinema: “L’ultima volta che siamo stati bambini”, esordio alla regia di Claudio Bisio. Il messaggio di Liliana Segre

“Caro Claudio ho molto apprezzato il tuo film perché hai saputo rendere la freschezza e l’innocenza dei bambini con un tratto talmente sensibile da offuscare la tragedia che c’è sullo sfondo. Un abbraccio Liliana”. È il messaggio della senatrice Liliana Segre rivolto al regista-attore Claudio Bisio per la sua opera prima, “L’ultima volta che siamo stati bambini”, adattamento del romanzo di Fabio Bartolomei che mette a tema il Secondo conflitto mondiale e la Shoah. A leggere le parole della senatrice Segre è stata Antonella Di Castro, vicepresidente ed assessore alla Cultura della Comunità ebraica di Roma. Di Castro ha dichiarato: “Un film come questo fa accostare i giovani all’inaccostabile, all’inenarrabile, senza far vedere l’orrore ma lasciandolo sullo sfondo, perché noi adulti si comprenda di cosa si stia parlando e magari lo si spieghi con parole più adatte ai giovani, cui va insegnato sin da subito affinché non si verifichi mai più”. In uscita nei cinema dal 12 ottobre con Medusa, il film si concentra sulla tragedia della Shoah, ricordando il rastrellamento del Ghetto di Roma avvenuto il 16 ottobre del 1943, di cui ricorrono a giorni gli 80 anni.

La storia del film. Roma, 1943. I preadolescenti Italo, Cosimo, Vanda e Riccardo giocano con innocenza alla guerra mentre sullo sfondo risuona l’allarme per i veri bombardamenti. Quando Riccardo, appartenente a una famiglia ebrea, scompare all’improvviso, gli amici decidono di indagare e scoprono così che è stato messo su un treno per la Germania con tutti i suoi cari. Italo, Cosimo e Vanda non si perdono d’animo e si mettono in marcia per andare a liberare l’amico. È l’inizio di un viaggio avventuroso che alterna candore a realismo. “I giovani attori i questo film – ha rimarcato ancora Antonella Di Castro – hanno saputo ridare un po’ di speranza. Probabilmente l’unica possibilità perché non riaccada mai più è che si veda il mondo con il cuore dei giovani, un cuore più pulito, più pronto ad accogliere l’altro come un’opportunità e non come qualcosa da cacciare indietro. Le differenze sono un’opportunità”.

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