“All’inizio non è stato facile. Molti fra noi si sono sentiti un po’ disorientati, non solo per la nuova modalità con cui abbiamo vissuto l’esperienza del sinodo ma anche perché la sinodalità tocca la vita della Chiesa, e parlare della vita non è facile”. Lo ha confessato al Papa Sua Beatitudine Ibrahim Isaac Sedrak, patriarca di Alessandria dei Copti, Capo del Sinodo della Chiesa copta cattolica in Egitto e presidente delegato del Sinodo sulla sinodalità, nel saluto con cui è iniziata la prima Congregazione, in Aula Paolo VI. “Nei sinodi precedenti percorrevamo strade già conosciute, avevamo delle linee guida generali già pronte”, ha osservato il patriarca: “Ma questa volta, l’assemblea sinodale è stata preparata da una consultazione del popolo di Dio, di ogni singolo battezzato, ognuno secondo il proprio carisma, in modo ancora più vivo, reale e concreto. Inoltre il nucleo centrale è stato: camminare insieme, ascoltare e discernere cosa ci dice lo Spirito Santo, senza nessun itinerario, o percorso prestabilito. Scoprendo insieme, giorno per giorno la via da percorrere. Per questo, se da un lato non è stato facile dall’altro la preparazione del sinodo è stata una esperienza fantastica grazia allo Spirito Santo, che ci ha fatto già sperimentare e vivere la sinodalità ancor prima di discuterne”. “Abbiamo ricominciato a scoprire l’importanza del camminare insieme, dell’ascolto reciproco, della preghiera comune per discernere l’azione dello Spirito Santo nella Chiesa e nel mondo”, ha sintetizzato il relatore: “Dall’ascolto è poi scaturita in noi la grazia di un sincero riconoscimento del bisogno di una conversione permanente, che ci ricorda che non sono le nostre strutture o noi stessi il punto di riferimento, dell’azione e dell’opera salvifica di Dio, ma è Cristo, che per mezzo del suo Spirito Santo, ci libera dalle nostre schiavitù, paure, isolamenti e ci dona la grazia di sperimentare la pienezza della vita e dell’amore”.