“In questo percorso sinodale, nonostante non sia stato sempre tutto facile e non siano mancate difficoltà e incomprensioni, siamo stati educati all’esperienza sinodale del camminare insieme”. È il bilancio del cammino percorso finora dal Sinodo, nelle parole del card. Mario Grech, segretario generale della Segreteria Generale del Sinodo, nella relazione tenuta dopo il discorso a braccio del Papa durante la prima Congregazione generale in Aula Paolo VI. “In questi due anni ho incontrato pastori e comunità ecclesiali che all’inizio erano diffidenti ma dopo aver fatto questa esperienza ed aver riscontrato la presenza di Gesù tra i fratelli e le sorelle che si vogliono bene, oggi lodano il Signore per questo dono della sinodalità”, la testimonianza del cardinale: “Tutta la Chiesa e tutti nella Chiesa hanno avuto l’opportunità di partecipare al processo sinodale”, che “si fonda sul principio della mutua interiorità tra Chiesa universale e Chiese particolari. In questa logica di circolarità continua, il discernimento richiesto a questa Assemblea non è un atto isolato dal processo sinodale, ma strettamente legato alla consultazione del popolo di Dio nelle Chiese particolari e ai successivi momenti di discernimento nelle Conferenze episcopali, nelle strutture gerarchiche delle Chiese orientali cattoliche sui iuris e nelle Assemblee continentali”, come è evidente nell’Instrumentum laboris”. Nella seconda fase del Sinodo, che si apre con questa Assemblea, “appare l’unità del popolo di Dio con i suoi pastori”: per la prima volta, infatti, ha fatto notare Grech, “sono presenti sorelle e fratelli non insigniti del munus episcopale: laiche e laici, religiose e religiosi, diaconi e presbiteri che non sono più eccezioni alla norma, ma membri a pieno titolo dell’Assemblea”. “Chiediamo allo Spirito che le differenze di vocazioni, ministeri e stati di vita, la ricchezza di doni e carismi, la diversità armonica, siano al servizio dell’unità dell’Assemblea”, l’auspicio finale, nella certezza che “il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio”, come ha affermato Papa Francesco nel discorso per il 50° del Sinodo.