“C’e ancora un cattolicesimo sociale?”. A chiederselo è stato mons. Baldassarre Reina, vicegerente della diocesi di Roma, intervenendo alla presentazione del libro “Federico Ozanam cattolico sociale”, a cura di Giuseppe Chinnici e Roberto Cipriani, presentato oggi in Campidoglio. “Mettere insieme l’approfondimento scientifico con il contatto diretto coi poveri”; è questa, per mons. Reina, la cifra del cattolicesimo sociale del beato Ozabam. “Oggi invece parliamo dei poveri mantenendo le dustanze”, la denuncia del presule: “Ci rendiamo conto che c’è una povertà materiale, economica, lavorativa, una povertà delle relazioni, ma è come se non ci riguardasse”. “Quello di Ozanam è un’altra paradigma”, ha spiegato Reina: “quello del coinvolgimento pieno, nella Francia della prima metà dell’Ottocento”.
“Ragionevolezza della fede e concretezza dell’operare”: Così Francesco Bonini, rettore dell’Università Lumsa, ha sintetizzato l’eredità di Federico Ozanam e la sua attualità “non solo per la Francia del suo tempo, ma per tutta l’Europa”. Federico Ozanam, per Bonini, “ha fatto politica sotto diversi regimi, sotto la Restaurazione e durante la Repubblica, perché il suo obiettivo era la risemantizzazione della politica, e in particolare dei valori della Rivoluzione francese che su era tentato di secolarizzare dalla loro radice cristiana. E proprio attraverso la testimonianza cristiana tali valori vengono riportati alla loro radice umana, diventando non più valori astratti ma incarnati”.