I vescovi tedeschi che hanno partecipato al Sinodo mondiale in Vaticano hanno tratto una conclusione positiva dai lavori e dalle deliberazioni durate quattro settimane e hanno chiesto ulteriori passi avanti per il prossimo anno. In una conferenza stampa tenutasi ieri a Roma, il presidente della Conferenza episcopale tedesca (Dbk), il vescovo del Limburgo, mons. Georg Bätzing, ha affermato che tutti i problemi scottanti della Chiesa sono stati affrontati apertamente. In sintesi, i vescovi hanno sottolineato che tutte le riflessioni e i dibattiti che hanno caratterizzato il Sinodo sono stati volti a fare spazio al Vangelo, sia nella convivenza della comunità ecclesiale che nella vita delle persone. “Spetta ora alle Chiese locali e quindi anche a noi utilizzare questi spazi che il Sinodo ha aperto per continuare a lavorare su una Chiesa sinodale, per proseguire i percorsi sinodali e per tradurre gli impulsi in riflessione e azione concreta. Potranno poi essere incorporati nel Sinodo mondiale del 2024 tra un anno”. Ciò include anche l’affermazione che precisa come il problema degli abusi nella Chiesa abbia cause strutturali, concetto, ha sottolineato il presidente della Dbk, che non è nuovo dal punto di vista tedesco, ma è qualcosa di nuovo se viene riconosciuto a livello di Sinodo mondiale dei vescovi. È stato anche apprezzata l’esplicitazione dei punti sui quali non vi fosse ancora accordo e dove fossero necessari ulteriori chiarimenti. Bätzing spera che, nei prossimi undici mesi e nella seconda sessione del Sinodo mondiale che si terra nell’ottobre 2024, vengano chiarite alcune questioni che “cambieranno la Chiesa per il bene del popolo”. Mons. Stefan Oster, vescovo di Passau, ha sottolineato che, contrariamente a quanto alcuni sostengono, al Sinodo non ha avuto spazio un “ordine del giorno segreto”, ma al contrario si è trattato di un “viaggio spirituale con un finale aperto” nel quale il Papa ha accompagnato i partecipanti. Ora è importante che tutti “imparino davvero a superare la polarizzazione perché siamo già uniti attraverso il nostro battesimo, allora questa è una grande testimonianza in un mondo e in una Chiesa così polarizzati”.