“I modelli economici e geopolitici creano le gravi ingiustizie e quindi la conseguenza della violenza e della guerra. A livello politico-sociale, quindi, la ricerca delle condizioni che favoriscono la pace tra i popoli e gli Stati è un obiettivo che va coltivato”. Lo ha detto mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della Conferenza episcopale siciliana, chiudendo ieri sera a Palermo, la presentazione della campagna nazionale per l’istituzione del Ministero della Pace, promossa dalla rete di associazioni promotrici della campagna per il nuovo dicastero, supportato dal gruppo parlamentare regionale del M5S, e patrocinato dall’Assemblea Regionale Siciliana e dalla Regione Siciliana. “È importante rimarcare l’idea secondo cui la pace e la nonviolenza sono due concetti che si fondono con il chiaro tentativo non solo di evitare i conflitti ma anche di creare percorsi condivisi. Pensare la pace, diffondere la conoscenza e la coerenza etica – ha concluso il vescovo – sono alla base dell’intelligenza umana. Noi vescovi di Sicilia siamo disponibili a collaborare per una sospirata pace”. L’incontro è stato aperto da Cristina Ciminnisi, deputato M5S, dal vice presidente dell’Ars, Nuccio Di Paola e dal presidente dell’Anci Sicilia, Paolo Amenta. “È importante promuovere continue iniziative di sensibilizzazione – ha dichiarato Ciminnisi – per diffondere la consapevolezza dei benefici che porta con sé la pace. È sempre più urgente la necessità di creare un clima di solidarietà e cooperazione. Le istituzioni religiose e politiche possono lavorare insieme per scongiurare ogni forma di conflitto. Instaurare la pace non è solo assenza di guerre ma anche presenza di giustizia e unità. L’eventuale istituzione del Ministero della Pace richiederebbe innanzitutto la declinazione della struttura nei territori per creare un tessuto sociale positivo che metta al centro l’essere comunità”.