“3 ottobre 2013 – 3 ottobre 2023. Non dimenticare è un grande esercizio per tenere aperti gli occhi, per non abituarci, per trarre lezione ancora da quella tragedia in cui centinaia di persone si sono perdute nel mare. Tragedia purtroppo ripetuta in questi anni. Poi, anche se muore una persona è sempre una tragedia. Ci deve spingere a trovare sempre delle risposte adeguate e continuative che permettano di salvare la vita e poi di affrontare un tema così grande che richiede il contributo di tutti”. Così l’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, il card. Matteo Maria Zuppi, in un videomessaggio inviato a Lampedusa, dov’è in corso la commemorazione ecumenica intitolata “La memoria e l’impegno” al Santuario della Madonna di Porto Salvo, durante la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, che ricorda il naufragio di 10 anni fa davanti alle coste lampedusane in cui morirono 368 persone. “Richiede il contribuito delle istituzioni”, osserva il cardinale che sottolinea l’esigenza di “una risposta europea” a questo fenomeno. “Lampedusa non so se riceverà mai il Nobel per la pace e per l’accoglienza. Noi glielo diamo volentieri. Perché – aggiunge riferendosi ai lampedusani -. Avete dimostrato sempre tanta umanità, tanta attenzione agli altri, con tutte le difficoltà chiaramente, ma anche sempre con uno sguardo verso tanta sofferenza che ha trovato una sicurezza nell’arrivo a Lampedusa e quindi nell’essere sottratti all’immensità del mare”. Il presidente della Cei ringrazia poi la parrocchia di san Gerlando, l’arcidiocesi di Agrigento, l’arcivescovo Alessandro Damiano, l’ufficio ecumenismo della Cei e il presidente della Federazione delle Chiese evangeliche per questo incontro. “Continua un pellegrinaggio, quello che Papa Francesco ha fatto fare a tutti noi, con il suo primo viaggio fuori dalla Città del Vaticano, proprio a Lampedusa. Manteniamo questa unità anche tra di noi, perché possiamo con più chiarezza trarre da queste terribili lezioni delle indicazioni e soprattutto la consapevolezza di affrontare un tema come questo, un problema come questo”. L’incontro di stasera – ha concluso il cardinale – può aiutare l’Italia e l’Europa a “non dimenticare” e a “guardare il futuro di chi lo cerca da noi, che però è anche il nostro”.