“Questa Giornata della memoria di tutti gli incolpevoli morti in mare diventi l’occasione per l’Europa e per il nostro Paese per condividere nuove possibili strategie di salvataggio in mare e sulle altre rotte terrestri e per aprire canali di accesso legali a chi scappa da guerre e persecuzioni o migra per trovare migliori condizioni di vita”: Così il vicepresidente delle Acli, Antonio Russo, in occasione della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza che si celebra oggi, 3 ottobre. “Purtroppo oggi ci troviamo di fronte a un continuo rimpallo di responsabilità tra Paesi europei, – continua Russo – compreso il nostro, chiusi in un egoismo nazionalista che nei muri e nelle barriere di filo spinato trova la delimitazione fisica della nuova idea di sovranità nazionale. Di questa logica si nutrono i Paesi europei che rifiutano in ogni modo di accogliere i migranti e a questo pensiero è orientata la legislazione italiana che si oppone alla possibilità di rendere l’Italia un Paese legalmente accessibile”. Di qui, per Russo, “nascono norme evidentemente in contrasto con la Costituzione e il diritto europeo alle quali continueremo ad opporci, come nel caso del Decreto Cutro dichiarato proprio in questi giorni illegittimo da una sentenza del Tribunale di Catania. Il messaggio che passa da questo decreto legge come da altre norme che sono ancora in fase di studio, è chiaro: il migrante in arrivo o già presente in Italia è un pericolo da cacciare il prima possibile. Ci si dimentica, troppo spesso, che le leggi europee sono, a tutti gli effetti, leggi valide sul nostro territorio da cui derivano diritti e doveri”. “Sono passati 10 anni – conclude – dal tragico naufragio di Lampedusa del 2013, in cui persero la vita 368 persone. Perché quel ‘mai più’ proferito da più voci quel 3 ottobre del 2013 non si cristallizzi e la memoria non si trasformi in un mero esercizio commemorativo, occorrono politiche all’altezza della sfida umanitaria e di diritto con la quale oggi giorno l’Europa e l’Italia si misurano”.