“Siamo tutti rifugiati in chiesa perché temiamo che bombarderanno vicino il complesso parrocchiale” È quanto dichiarano al Sir dalla parrocchia latina di Gaza nel corso di un breve contatto telefonico avvenuto poco fa. “Sarà una notte lunga. Bombardamenti sono in corso”, dicono dalla parrocchia prima che cadesse la linea. “Siamo tutti in piedi, svegli”, è il messaggio che arriva dai parrocchiani, “sentiamo spari e bombe all’esterno della parrocchia”. La parrocchia riesce ad avere ancora un poco di energia elettrica grazie a un generatore, ma si raziona il carburante: “Stiamo tutti bene e questo è un miracolo del Signore”. “La Striscia di Gaza è isolata. Israele ha tagliato le comunicazioni”, conferma al Sir il vicario della Custodia di Terra Santa, padre Ibrahim Faltas, che teme “possa cominciare l’invasione di terra”. Nella parrocchia latina sono ospitati circa 700 sfollati (132 famiglie), il loro numero è cresciuto dopo il raid israeliano alla chiesa greco ortodossa di San Porfirio che ha causato 18 morti. La Mezzaluna rossa palestinese, intanto, afferma di “avere perso completamente i contatti con la sala operativa nella Striscia di Gaza e con tutte le squadre che operano lì a causa dell’interruzione delle comunicazioni fisse, cellulari e internet”.