“Un cessate il fuoco immediato”: a chiederlo ai leader mondiali è Jan Egeland, segretario generale del Consiglio norvegese per i rifugiati (Nrc). A tre settimane dall’attacco terroristico di Hamas a Israele si assiste, afferma Egeland, alla visione di “immagini delle famiglie sofferenti in Israele e a Gaza. Innumerevoli e del tutto innocenti palestinesi ora si trovano ad affrontare un bombardamento indiscriminato e devastante e l’assedio totale da parte di Israele. Privi di riparo, assistenza medica e perfino di acqua potabile. Questa punizione collettiva porta sofferenze infinite ai civili e costa migliaia di vite”. Egeland denuncia l’incapacità dei “leader mondiali di produrre qualcosa che potesse porre fine o anche solo alleviare questa emorragia di vite innocenti: nessun cessate il fuoco umanitario – nemmeno una pausa umanitaria, nessun corridoio umanitario; nessuna revoca dell’assedio soffocante”. I pochi camion arrivati in zone limitate di Gaza, “totalmente insufficienti” non rappresentano “una risposta umanitaria degna di nazioni e leader che affermano di rispettare i principi umanitari e il diritto internazionale”. Ciò equivale per il Nrc a “condannare le future generazioni di palestinesi e israeliani a ulteriori conflitti e morte”. Da qui l’appello ai leader mondiali perché “chiedano immediatamente un cessate il fuoco umanitario per porre fine alle sofferenze e riavviare un processo in grado di affrontare le cause profonde di privazioni, conflitti, terrore e occupazione. La storia starà a guardare”.