“L’occasione che ci convoca in questo luogo, il cimitero di Bonamorone, è la riconsegna alla memoria collettiva del Sacrario dei morti in guerra, ricordo per i familiari e per gli agrigentini tutti e monito per chi torvi nella guerra una soluzione ai conflitti. Seppellire i morti, e avere cura del loro sepolcro, è una misura di umanità che ci unisce di fronte al mistero dell’ultimo passo e che, rinnovando l’amore nel ricordo, ci aiuta a non arrenderci all’inesorabile fluire del tempo”. Lo ha detto l’arcivescovo di Agrigento, mons. Alessandro Damiano, nell’omelia che il vescovo terrà quest’oggi al cimitero di Agrigento in occasione della riconsegna del sacrario militare e della giornata mondiale di preghiera per la pace.
Netta la denuncia dell’arcivescovo: “Stiamo vivendo un’eclissi della ‘coscienza’, non è la prima, sappiamo che le eclissi sono temporanee, ma ogni volta le conseguenze possono essere sempre peggiori”. Ricordando le parole del Papa, “ad oggi voce solista che supera il monito del salmista ‘parlano di pace ma nel cuore hanno la guerra'”, il presule cita la Fratelli tutti, che “ha indicato che ‘la storia sta dando segni di un ritorno all’indietro’. Si accendono conflitti anacronistici che si ritenevano superati, risorgono nazionalismi chiusi, esasperati, risentiti e aggressivi. In vari Paesi un’idea dell’unità del popolo e della nazione, impregnata di diverse ideologie, crea nuove forme di egoismo e di perdita del senso sociale mascherate da una presunta difesa degli interessi nazionali”. “La guerra non è un fantasma del passato, ma una tragedia del presente”, ha osservato Damiano.
Al termine, il sindaco ha letto un messaggio inviato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto.