“Il Consiglio europeo ricorda la necessità di evitare un’escalation regionale e di dialogare a tale riguardo con i partner, compresa l’Autorità palestinese”. È un altro passaggio delle conclusioni cui sono giunti ieri sera i 27 capi di Stato e di governo Ue riuniti a Bruxelles sul conflitto mediorientale. “L’Unione europea è pronta a contribuire al rilancio di un processo politico sulla base della soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati, anche mediante il ‘Peace Day Effort’, accoglie con favore le iniziative diplomatiche per la pace e la sicurezza e sostiene lo svolgimento, a breve, di una conferenza di pace internazionale”. Il Consiglio europeo sottolinea “la necessità di contrastare la diffusione della disinformazione e dei contenuti illegali ed evidenzia la responsabilità giuridica delle piattaforme in tale contesto”.
Altri temi sono passati in secondo piano, compreso il conflitto in Ucraina (Zelensky è intervenuto in video). I premier di Ungheria (Orban) e Slovacchia (Fico) chiedono che l’Ue faccia un passo indietro nel sostegno a Kiev. Pochi risultati anche sulla risposta al fenomeno migratorio, mentre è rimasta nei cassetti l’ipotesi – la necessità – di cambiare gli Accordi di Dublino, per affrontare il tema nel suo complesso. Rimandata a dicembre la ridefinizione del quadro finanziario pluriennale (la Commissione chiede più soldi dinanzi alle tante sfide da affrontare), oggi sul tavolo del vertice arrivano i temi economici e finanziari.