Ucraina: Mons. Ryabukha (Donetsk), “la guerra ogni giorno fa scorrere sangue” e “gli aiuti umanitari scarseggiano”

“È un dramma. Se ne parla di più, se ne parla di meno di meno, ma la guerra ogni giorno fa scorrere il sangue. Proprio adesso, mi ha scritto uno dei miei amici militari e mi dice: stanotte sono morti due dei miei. E’ l’ingiustizia del male. Ti poni sempre la domanda, Signore, ma perché è così? E’ urgente fermare questa guerra e credo che in questa chiave, il Santo Padre ha invitato tutto il mondo a raccoglierci tutti sotto i piedi di Dio per chiedere la conversione del cuore umano”. Da Zaporizhzhia, parla al Sir mons. Maksym Ryabukha, vescovo ausiliare dell’Esarcato arcivescovile di Donetsk, nel Donbass. Nel suo primo anno di servizio episcopale, mons. Ryabukha ha viaggiato tantissimo cercando di raggiungere tutte le quattro regioni dell’esarcato di Donetsk accessibili e sotto il controllo ucraino, per poter incontrare, abbracciare, stare  insieme con la nostra gente. “Nell’ultima settimana ho visitato la regione di Donetsk, lungo la linea di combattimenti”. “A dire la verità adesso è un periodo in cui gli aiuti umanitari diventano sempre minori. E beni come cibo, vestiti, medicine, scarseggiano. E’ una sfida per noi. Anche perché stiamo passando dall’estate alla stagione invernale e il passaggio qui da noi è molto veloce: nel giro di una settimana si passa dai 24 gradi di giorno a meno 3 gradi di notte. Si cerca di fare tutto il possibile. Ma ci sono purtroppo zone inaccessibili in cui non è più possibile ad arrivare. E allora mi pongo tante domande: cosa sta succedendo adesso sui territori occupati? Lì, per esempio, il dramma dell’accesso all’acqua potabile è grande. Quando penso ai territori occupati, mi tornano alla mente gli anni ‘30 quando hanno fatto morire di fame milioni di persone e il mondo guardò impotente. Anche oggi, non sappiamo niente di quello che sta accadendo lì. E questo è un dramma, grande”.

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