“Assumere una posizione forte contro il terrorismo di Hamas e compiere tutti gli sforzi per alleviare la crisi umanitaria di Gaza non si escludono a vicenda”. È la posizione espressa da Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, intervenendo oggi in apertura di Consiglio europeo a Bruxelles, dinanzi ai leader dei 27 Paesi membri. “Come Unione, abbiamo la responsabilità di rimanere coerenti e uniti. Fare questo non significa accettare ulteriori morti e violenze, ma evitare una pericolosa escalation regionale del conflitto. Dobbiamo sostenere anche la più piccola possibilità che alla fine si possa trovare la pace”. Metsola ha precisato. “Il Parlamento europeo ha condannato Hamas con la massima fermezza. Sappiamo che Hamas deve essere fermato. Come Parlamento continueremo a insistere sul rispetto del diritto internazionale”, e sul fatto che gli aiuti umanitari devono poter raggiungere le persone innocenti e bisognose”. “Ecco perché continuiamo a fare tutto il possibile per proteggere vite innocenti. Perché lavoriamo per liberare gli ostaggi e far arrivare gli aiuti e perché il Parlamento europeo ha chiesto una pausa umanitaria per raggiungere questo obiettivo”.
“Dobbiamo continuare a spingere per una pace sostenibile e duratura. Per una giusta soluzione a due Stati che sia equa e giusta. C’è un ruolo per l’Europa e abbiamo il dovere di affrontare questo momento”.
Sull’Ucraina la presidente ha dichiarato: “Il nostro sostegno continuerà in termini umanitari, logistici, militari, di ricostruzione e politici. […] Resto fiduciosa che un accordo per aprire i negoziati di adesione tra l’Ue e l’Ucraina, e con la Moldavia, possa essere raggiunto entro la fine di quest’anno. Dare ai nostri vicini europei una chiara prospettiva europea sta raggiungendo lo scopo previsto. Ma mentre l’Ucraina, la Moldavia e i Balcani occidentali si stanno riformando e si preparano per i passi successivi, anche l’Europa deve prepararsi a fare lo stesso
Sulla migrazione: “gli eventi recenti e l’aumento degli arrivi di richiedenti asilo hanno dimostrato ancora una volta le conseguenze della nostra attuale politica frammentata in materia di asilo e migrazione. Rendere più efficaci i rimpatri attraverso un trattamento più rapido delle domande di asilo, il miglioramento delle modalità di rimpatrio e un più stretto coordinamento e cooperazione operativa tra Stati membri, Paesi terzi, istituzioni e agenzie dell’Ue dovrebbero essere al centro delle nostre discussioni”.
Infine: “la gente si rivolgerà a noi per risolvere tutte queste questioni prima di votare il prossimo giugno”.