Al cristiano, “dopo aver compiuto – secondo le sue possibilità – i gesti per fermare la guerra e costruire la pace, resta sempre una grande risorsa: mettersi dinanzi al Signore, sostare di fronte a Lui e a Lui rivolgersi, personalmente e comunitariamente, chiedendo il bene della pace da cui dipendono gli altri beni necessari alla umana convivenza”. Lo scrive il patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia, in un messaggio a tutte le comunità cristiane del Patriarcato per invitarle ad unirsi alla giornata di preghiera, digiuno e penitenza indetta venerdì 27 ottobre dal Papa per invocare ancora, dopo la giornata del 17 ottobre, il dono della pace. “Vi aderiamo con profonda convinzione!”, afferma Moraglia spiegando che “preghiera e digiuno ci mettono dinanzi al Dio della pace e del perdono, nella totalità del nostro essere: spirito, anima e corpo”. “Come Chiesa che è in Venezia – conclude – domandiamo insieme che si possa vivere nella concordia, a partire dalla giustizia, e ottenere così quello che gli uomini non sono in grado di raggiungere da soli”.
Oltre a questo, il patriarca Moraglia ha voluto proporre anche una celebrazione comunitaria diocesana sabato 4 novembre alle 18 presso la parrocchia-santuario di Santa Maria Assunta di Borbiago (Venezia), cui sono invitati fedeli, clero e aggregazioni laicali. Tutto il Patriarcato di Venezia è dunque convocato a pregare per la pace: una serata di preghiera dedicata a chiedere il dono della pace in Terrasanta e in tutto il mondo, nell’ambito delle celebrazioni per i 120 anni dell’Unitalsi. Mons. Moraglia presiederà la messa. Seguirà la processione mariana in cui si continuerà a pregare per la pace affidandosi alla Vergine di Lourdes. La celebrazione sarà curata dall’Unitalsi e da altre aggregazioni laicali, come l’Azione Cattolica diocesana.