“Siamo grati ai vescovi del Triveneto per aver offerto a tutti una parola chiara di fronte a incomprensibili accelerazioni ideologiche di alcuni consigli regionali, quali quelli del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, che sembrano fare a gara su chi si ergerà per primo a paladino della cultura dello scarto e di morte proposta, o meglio, imposta dall’associazione Coscioni”. Lo dichiara Domenico Menorello, coordinatore network “Ditelo sui tetti”, in riferimento al documento dei vescovi del Triveneto sulla proposta di suicidio assistito nelle regioni. “Quale significato della vita? Come comprendere il mistero della vita? Perché il dolore e la sofferenza innocente? Come assistere i malati gravi e terminali? Come accompagnare i familiari e quanti seguono un loro caro alla conclusione della vita fisica? Quali diritti del malato terminale vanno riconosciuti e garantiti dall’ordinamento statale e dalle strutture sanitarie?”. Menorello indica le “domande umanissime che ci propongono i vescovi e su cui tutti siamo chiamati a interrogarci”. “Nessuno ha diritto di dire ai più fragili che la loro vita è inutile e che se ne devono andare, come accadrebbe se fosse ratificata la incostituzionale legge dettata da Cappato agli eletti dal popolo”.