Dal santuario del Cristo Nero di Portobelo, il vescovo della diocesi panamense di Colón-Kuna Yala, Manuel Ochogavía, segretario generale della Conferenza episcopale di Panama (Cep) ha invitato tutta la Chiesa diocesana a partecipare a una veglia di preghiera permanente in tutte le chiese parrocchiali e a unirsi al dolore dei contadini, i più danneggiati dalle concessioni minerarie che il Governo ha accordato alle multinazionali, portando in processione l’immagine del Cristo crocifisso, a partire da ieri, lunedì 23 ottobre. La scorsa settimana il vescovo, assieme ad altri confratelli, aveva partecipato alle manifestazioni nazionali contro le concessioni minerarie, che erano state disperse con gas lacrimogeni. La manifestazione è stata convocata dopo che la Commissione per il commercio e gli Affari economici dell’Assemblea nazionale ha approvato in prima discussione il progetto di legge 1100 sul contratto tra lo Stato e la Minera Panamá per l’estrazione di rame a Donoso, Colón, per 40 anni. Il vescovo afferma che “solo la giustizia ci permetterà di avere un Paese di pace, il Paese che tutti meritiamo”. Ha ribadito che “la Chiesa cattolica sarà sempre al fianco dei poveri, dei diseredati”; ha espresso la sua preoccupazione per il fatto che a loro – vescovi – e ai manifestanti che partecipavano a una marcia pacifica, sia stata inviata la polizia antisommossa giovedì 19 ottobre. “L’ho già detto – prosegue mons. Ochogavía – l’estrazione mineraria porta solo morte, genera più squilibrio sociale; alla fine rimarremo gli stessi, ma avvelenati, con la nostra terra distrutta e un ambiente con danni irreversibili”. Il presule ha manifestato la sua delusione per il fatto che la voce della Chiesa non è stata ascoltata – riferendosi alle autorità in merito all’approvazione del contratto minerario – e ha sottolineato che “siamo bravi solo quando andiamo ad applaudirli, ma quando richiamiamo l’attenzione, quando diamo consigli, quando vogliamo dare il nostro contributo a partire dalla saggezza del magistero della Chiesa e dall’insegnamento del Vangelo, ci bollano come marxisti, come bugiardi e di promozione della lotta di classe”. Evidentemente, prosegue mons. Ochogavía nella sua denuncia, “qualcosa non funziona, visto che siamo il Paese latinoamericano con la peggiore distribuzione della ricchezza”. Il vescovo, nella sua riflessione, descrive “i volti sofferenti di Cristo, che sono nel migrante, che deve fuggire proseguendo dalla sua terra per salvarsi la vita; in ogni donna che subisce violenze e maltrattamenti; nel bambino che cammina per strada; nell’uomo che vive mangiando rifiuti nelle discariche; nell’uomo che deve invadere un terreno e coprirsi con quattro fogli di zinco arrugginito per avere una casa; in chi va in farmacia e non ci sono medicine; nell’uomo che è stato derubato della sua terra, del suo diritto alla vita”.