“Il popolo Tsiman abita case di legno e vive di caccia e pesca. Questi incendi incontrollati divampati in Bolivia provocheranno l’esodo dalla loro dalla loro terra, mentre la loro presenza è già messa a rischio da popolazioni di altre etnie indigene (aymara e quechua), sostenute dal Governo, che li stanno espellendo dai territori posseduti da generazioni”. È un misto di emergenza ambientale e umanitaria l’allarme che viene lanciato attraverso il Sir da mons. Eugenio Coter, vescovo del vicariato apostolico di Pando, originario di Bergamo e da anni attivo nella Rete ecclesiale panamazzonica (Repam) della Bolivia. L’allarme arriva nel momento in cui il combinato di una siccità senza precedenti e di forti interessi economici sta provocando un’ondata di incendi senza precedenti nel Paese, con focolai nella zona amazzonica settentrionale e nella savana occidentale. A essere lambite anche le grandi città di Santa Cruz e la Paz, dove l’aria è da giorni irrespirabile. Il governo di Santa Cruz ha segnalato una media di quasi 4.000 focolai al giorno dalla scorsa settimana. A nord di La Paz, incendi sono stati registrati a Guanay, Palos Blancos, San Buenaventura, Caranavi, Teoponte e Mapiri. Willy Llanque, segretario esecutivo di Repam Bolivia, assicura che “non è un caso che il clima abbia così tanti cambiamenti erratici, sono il prodotto di continue aggressioni dell’umanità contro l’ambiente” e propone processi di sensibilizzazione sulla cura dell’acqua di fronte alla contaminazione dei fiumi amazzonici. La Repam è molto preoccupata per il cambiamento climatico e il Segretario esecutivo per la Bolivia assicura che i cambiamenti irregolari del clima sono il risultato delle continue aggressioni dell’umanità contro l’ambiente: “Una delle conseguenze è che stiamo attraversando un periodo di siccità molto intensa. All’Onu è già stato detto che l’era del riscaldamento globale è finita, ora siamo nell’era del riscaldamento globale, una crisi ambientale che ha raggiunto un punto critico e che sta causando eventi climatici estremi e intensi”. Anche le popolazioni indigene sono colpite: “Ci sono molte aggressioni contro le popolazioni indigene, una di queste è l’espropriazione dei territori, sentiamo costantemente parlare di sconfinamenti legali e illegali che minacciano lo stile di vita che praticano”, afferma Llanque.