“Forte condanna” degli attacchi aerei israeliani nel complesso della chiesa ortodossa di San Porfirio a Gaza, la notte del 19 ottobre, è stata espressa dai Patriarchi e Capi delle Chiese di Gerusalemme, insieme a Justin Welby, arcivescovo di Canterbury, in visita a Gerusalemme nei giorni scorsi. Diciotto le vittime e decine di ferite il bilancio del raid. “Nel condannare questo attacco contro un luogo sacro usato come rifugio – si legge nel testo – non possiamo ignorare che questo non è che l’ultimo caso di civili innocenti feriti o uccisi a seguito di attacchi missilistici contro altri rifugi come scuole e ospedali da cui i rifugiati erano fuggiti perché le loro case erano state demolite durante l’incessante campagna di bombardamenti condotta contro le aree residenziali di Gaza nelle ultime due settimane”. I leader religiosi ribadiscono di essere “pienamente impegnati ad adempiere al nostro sacro e morale dovere di offrire assistenza, sostegno e rifugio ai civili che hanno bisogno disperato. Anche di fronte alle incessanti richieste militari di evacuare le nostre istituzioni di beneficenza e i nostri luoghi di culto, non abbandoneremo questa missione cristiana, perché non c’è letteralmente nessun altro posto sicuro in cui questi innocenti possano rivolgersi”. Da qui l’appello alla comunità internazionale: “Applicare immediatamente la protezione a Gaza per rifugi come ospedali, scuole e luoghi di culto. Chiediamo un cessate il fuoco umanitario immediato in modo che cibo, acqua e forniture mediche vitali possano essere consegnati in sicurezza alle agenzie di soccorso che si occupano delle centinaia di migliaia di civili sfollati a Gaza, comprese quelle gestite dalle nostre stesse chiese. Infine, invitiamo tutte le parti in conflitto a ridurre l’escalation della violenza, a cessare di prendere di mira indiscriminatamente i civili su tutti i fronti e ad operare nel rispetto delle regole internazionali di guerra”. Solo in questo modo, secondo i leader religiosi, si potrà negoziare una pace giusta e duratura.