“Non basta leggere un testo della Bibbia per entrare in sintonia con la Parola di Dio. Non è così. Non basta una conoscenza intellettiva. È necessaria una esperienza ecclesiale e relazionale affinché la Scrittura si trasformi in parola viva”. Questo uno dei passaggi chiave della lectio biblica sul brano dei Discepoli di Emmaus, tenuta da mons. Antonio Pitta, neo presidente dell’Associazione biblica italiana, all’Assembla pastorale dell’arcidiocesi di Rossano Cariati che si è tenuta sabato nella chiesa di Santa Maria ad Nives.
L’incontro, a cui hanno preso parte sacerdoti, equipe e operatori pastorali, ha aperto la fase “sapienziale” dal Cammino sinodale intrapreso dalle Chiese italiane. Il tema che accompagnerà il cammino della Chiesa di Rossano-Cariati è “Ispirati dalla Parola lungo la via”, come i discepoli di Emmaus.
In apertura dei lavori, l’arcivescovo Maurizio Aloise ha voluto offrire all’assemblea tre parole fondamentali da portare con se nel cammino: Grazie, Preghiamo, Sogno. “Grazie perché siete qui” ha esordito. “Questo incontro si colloca in un percorso di Sinodo che sta interessando tutta la Chiesa e in essa la nostra Chiesa Diocesana di Rossano Cariati. Dopo la costituzione dei cantieri sinodali improntati all’ascolto delle diverse realtà che costituiscono il nostro territorio, vi è stato un coinvolgimento di tanti specialmente su temi che riconosciamo cruciali per il presente e per il futuro. Grazie, perché siete il volto bello della nostra Chiesa”. Preghiera: “Come ho già detto il Sinodo che stiamo vivendo è innanzitutto una esperienza spirituale unica, di conversione e di rinnovamento che potrà rendere le nostre comunità ecclesiali più missionarie e più preparate alla evangelizzazione”. Ed ha aggiunto un passaggio fondamentale, richiamando le parole del Papa: “Senza preghiera non ci sarà Sinodo”. “Apriamoci quindi allo Spirito Santo e invochiamolo, lasciamo che il Signore sia il protagonista del Sinodo, con lui camminiamo nella fiducia e nella gioia”. La terza parola è sogno: “Vogliamo continuare a sognare una chiesa inquieta, con il volto di mamma e sempre più vicina ai poveri. Sogno condiviso con tutta la chiesa che è in Italia. Questo sogno diventa concreto ora con la fase sapienziale e con li processo di discernimento che siamo chiamati a vivere in questo anno, come un discernimento comunitario. Ogni discernimento muove i suoi passi proprio dalla Parola di Dio. In quanto il fine di questo camino è seguire Gesù, ossia il desiderio di assomigliargli sempre di più”. “L’auspicio è che ascoltando e seguendo con docilità la voce dello Spirito ognuno possa sentirsi coinvolto nella corresponsabilità in questo processo di discernimento comunitario che la chiesa ci chiede di vivere in questo anno sapienziale. Vi auguro che possa essere per ciascuno di voi una occasione di grazia per lasciarsi ispirare dalla Parola lungo la via”.
Ed è proprio dalla “via” che muove i passi la riflessione di mons. Pitta che ha osservato come “tutti gli episodi più importanti della vita e missione di Gesù si realizzano ‘lungo la via’, è qui che incontra gli ammalati, i poveri, i ciechi. Addirittura il quarto Vangelo ci dice un’altra verità: Gesù è la via, la verità e la vita”. La via non è semplicemente un luogo spaziale, ma è anche una persona: Gesù è la via che immette in questa relazione di verità e di vita”. Mons. Pitta ha poi spiegato che vi è una differenza importante fra la scrittura e la parola: la scrittura è un testo, la parola è contenuta nella scrittura, ma trapassa la scrittura, va oltre. “La scrittura contiene la parola e la parola è il trascendimento della scrittura”. Infine, il presidente dell’Abi, ha richiamato la parabola del buon Samaritano, rappresentata anche in una icona del Codex Purpureus Rossanesis: “…un uomo scendeva da Gerusalemme a Gaza..”, una raffigurazione di estrema attualità, che parla di un eunuco, un rifiutato. “Ebbene nella interpretazione del Codex il Samaritano è Cristo che scende per farsi presenza tra gli ultimi”.