Sinodo: mons. Overbeck (Essen), “sui preti sposati servono risposte diverse rispetto al passato”

“Le risposte nel terzo millennio, davanti a queste questioni, sono altre rispetto al secondo millennio”. Così mons. Franz Josef Overbeck, vescovo di Essen, ha risposto alle domande dei giornalisti – durante il briefing odierno in sala stampa vaticana – su una possibile apertura del Sinodo dei vescovi sulla sinodalità, in corso in Aula Paolo VI fino al 29 ottobre, in merito alla questione dei preti sposati. “Adesso viviamo una realtà molto severa”, ha detto il vescovo riguardo alla situazione della Chiesa in Germania: “Quasi non abbiamo più seminaristi: in questi anni ho seppellito quasi 300 sacerdoti e ne ho ordinati solo 15. Qui al Sinodo siamo insieme con tutte le Chiese orientali e ortodosse, dove si vede che anche il sacerdozio con i preti uniti in matrimonio è normale. Oggi per noi è molto dura, Vediamo cosa accadrà, un passo dopo l’altro’. È una domanda anche teologica: dobbiamo chiederci non solo come salvare, ma anche come vivere la dimensione sacramentale della Chiesa. Ci troviamo di fronte ad una nuova tappa della vita della Chiesa nel terzo millennio: le risposte per me sono chiare, e sono altre rispetto a quelle del secondo millennio”. Overbeck, riferendo sul Sinodo della Chiesa tedesca, che vedrà un’altra tappa nelle prossime settimane, ha insistito sulla diversità del contesto germanico rispetto a quello romano: “La nostra è una società post-secolare: molta gente non ha alcuna idea della trascendenza, né di cosa significhi nella vita quotidiana di un cristiano, di un protestante o di un appartenente ad altre religioni. E questo cambia tutto il quadro. Nel nostro cammino sinodale, ad esempio, ci sono state grandi domande su come integrare le donne nella Chiesa cattolica. La Germania è un Paese con il 30% di protestanti, in cui metà pastori sono donne”.

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