Nella chiesa San Michele Arcangelo di Rakovski si svolgerà domani, 22 ottobre alle 15, la prima sessione pubblica per l’inchiesta della fase diocesana della beatificazione dei martiri mons. Ivan Romanov, vescovo di Sofia-Plovdiv, e dei frati cappuccini Flavian Mankin e Fortunat Bakalski. Dopo i vespri, sarà annunciato il decreto del vescovo locale mons. Georgi Yovcev che nominerà il delegato episcopale, il promotore di giustizia, il notaio e i membri della commissione storica e della commissione teologica. “Sono tre storie di sacerdoti rimasti fino alla morte fedeli alla Chiesa e al Santo Padre, storie diverse che si intrinsecano accomunate dal martirio”, spiega al Sir fra Jaroslav Babik, che da tre anni sta raccogliendo documentazione storica riguardo la vita dei martiri. “Padre Flavian è la prima vittima delle repressioni sulla Chiesa cattolica in Bulgaria da parte del regime comunista. Nell’ottobre del 1944 durante la messa viene trascinato via con violenza dall’altare e poi viene ucciso in un bosco, mentre il corpo è gettato nel fiume”. Babik richiama quindi la storia del vescovo Ivan Romanov, chiamato in giudizio dopo la condanna a morte del beato vescovo Eugenio Bossilkov e altri tre sacerdoti assunzionisti, e accusato di spionaggio dal tribunale di Stato. “È stato condannato a 12 anni in prigione in una città lontana dalla sua, e dopo tre mesi è stato trovato morto in cella”, afferma il ricercatore. “Voleva prendere gli atti del processo di un altro suo confratello fra Damian Giulov e informare la Santa Sede e i frati cappuccini e per questo è stato arrestato”, spiega fra Babik. Il frate cappuccino ha incontrato diverse difficoltà nella ricerca dei documenti nei vari archivi: “molti atti sono tutt’ora segreti a causa dei nomi degli agenti che spiavano i sacerdoti cattolici”, chiosa. A suo avviso, “oggi, tanti anni dopo la morte di questi testimoni, il loro esempio di amore per la Chiesa è di grande ispirazione per la piccola comunità cattolica in Bulgaria”.