“Ancora una volta nessuna traccia di quella ‘preferenza per la nascita’ che costituisce l’aspetto fondamentale della prevenzione quando il concepimento è avvenuto”. Marina Casini, presidente del Movimento per la vita (Mpv) italiano, commenta così la relazione ministeriale contenente i dati definitivi 2021 sull’attuazione della legge 194 e sui suoi effetti, anche in riferimento al problema della prevenzione, pubblicata lo scorso 6 ottobre.
In una nota appena diffusa, Casini osserva: “La chiave di lettura è sempre soltanto quella degli aborti effettuati e non dei bimbi nati. Eppure la legge dice di voler tutelare la vita umana sin dall’inizio, affida ai consultori compiti importanti: contribuire far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’aborto, esaminare le possibili soluzioni dei problemi proposti, di aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza, di metterla in grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre, di promuovere ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza sia dopo il parto”.
Secondo i dati della Relazione sono 63.653 bambini a cui è stato impedito di nascere nel 2021, in gran parte con la pillola RU486 la cui diffusione è aumentata dopo la circolare del 12 agosto 2020. Una cifra inferiore rispetto al passato, ma pur sempre alta secondo il Mpv. “Non si dice nulla, invece, sull’applicazione della legge in ordine ai dati positivi”, ribadisce la presidente del Movimento.
Veramente gli aborti sono diminuiti? “La verità è che l’aborto è diventato un fenomeno sempre più precoce, nascosto e fuori legge – argomenta Casini –. Basta leggere i numeri delle confezioni di Ellaone (pillola dei 5 giorni dopo) e di Norlevo (pillola del giorno dopo): 331.982 confezioni vendute di Ellaone nel 2021 e 284.376 di Norlevo: la somma è 616.358. Certo, non si tratta automaticamente di aborti, ma se il concepimento è avvenuto quel piccolissimo essere umano viene distrutto. Siamo di fronte a una nuova clandestinità ed è chiaro che la prima è più importante prevenzione dell’aborto è la consapevolezza che il concepito è un figlio, uno di noi”, conclude Casini.